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    Collina: 'Arbitrare in D e il Foggia di Zeman più dura della finale Mondiale, su falli di mano e fuorigioco...'

    Collina: 'Arbitrare in D e il Foggia di Zeman più dura della finale Mondiale, su falli di mano e fuorigioco...'

    Pierluigi Collina si racconta tra passato, presente e futuro. Il 60enne presidente della Commissione arbitri della Fifa, eletto miglior arbitro della storia del calcio da France Football, ha dichiarato in un'intervista al Corriere della Sera: "C'è una grande differenza tra avere un riconoscimento quando sei in attività rispetto a riceverlo ora, quando ho smesso da 15 anni. Oggi è un premio per qualcosa che hai fatto: niente e nessuno te lo può togliere. Lo vivo con soddisfazione, orgoglio e un po' di nostalgia. Mi fa tornare in mente qualcosa che mi piaceva molto: stare in campo". 

    IL FOGGIA DI ZEMAN - "La mia partita più importante è stata la finale del Mondiale, che però paradossalmente è meno difficile da arbitrare di un match di Interregionale: lì a seconda del risultato il rischio era anche fisico. Poi c'è la difficoltà tecnica della gara, arbitrare il Foggia di Zeman era difficile, con il portiere Mancini che calciava lungo per Signori, Rambaudi e Baiano: i tre partivano come missili ed era complicato seguire lo sviluppo dell'azione". 

    FALLI DI MANO IN AREA - "Qualcuno sostiene che oggi non esiste più l'involontarietà, ma non è vero. La vecchia regola diceva che il fallo di mano è un atto volontario, ma già in passato venivano puniti contatti involontari. Euro 2016, colpo di testa di Chiellini contro il braccio alto di Boateng che salta con gli occhi chiusi: contatto involontario, ma rigore dato correttamente. Stessa cosa con Piqué in Russia-Spagna al Mondiale 2018. La volontarietà era ed è solo una delle fattispecie di punibilità, insieme ad altre non volontarie, ma colpose. Quante volte un giocatore colpisce volontariamente il pallone all'interno della propria area di rigore? Quasi mai. La stragrande maggioranza sono braccia in posizione non giustificata, dove non c'è la volontarietà, ma una responsabilità colposa. I giocatori non devono muoversi come pinguini. Per contro non possono essere neppure degli alianti, altrimenti tutto è consentito. La valutazione spetta all'arbitro, la difficoltà è avere omogeneità di giudizio. Devono capire se un movimento è funzionale o meno al gesto compiuto. A volte un braccio a 30 centimetri dal corpo è naturale, altre potrebbe non esserlo. Spetta all'arbitro giudicarlo". 

    FUORIGIOCO - "Se oggi si parla di qualche centimetro in futuro con lo sviluppo della tecnologia si potrà scendere ancora. La Goal Line Technology ha un margine di errore di 6 millimetri ed è vissuta positivamente, senza polemiche. Se lo stesso si otterrà per il fuorigioco andrà discusso se questo sia rilevante o no. Il tempo di attesa per il Var è lungo? Viene considerato lungo anche per una scarsa abitudine, in altri sport la pausa è vissuta in maniera normale. L'obiettivo a cui lavoriamo è ridurre i tempi di attesa, ma è difficile abbinare fretta e qualità. Alla fine quello che conta è che la decisione sia giusta". 

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