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    Crotonemania: zero carattere, zero grinta, zero punti

    Crotonemania: zero carattere, zero grinta, zero punti

    • Michele Santoro
    Nella celebre opera teatrale di Samuel Beckett, “Aspettando Godot i due protagonisti, Vladimiro ed Estragone, passano la loro esistenza in attesa dell'arrivo del misterioso Godot il cui approdo sembra imminente, ma che invece slitta di giorno in giorno. Questa "tragicommedia" caratterizza quel genere drammatico conosciuto col nome di "teatro dell'assurdo", in cui niente ha una logica; più o meno come niente sta avendo logica a Crotone. Finalmente dopo due mesi dall'inizio del campionato lo "Scida" e il popolo crotonese hanno potuto riabbracciare la squadra ma senza nessun lieto fine. Col Napoli si è materializzata l'ennesima figuraccia che tiene i pitagorici piantonati lì, in fondo alla graduatoria, con quel punto guadagnato chissà quanto tempo fa. Chi ha visto la gara di ieri avrà sicuramente capito una cosa: il Crotone sta in campo in totale anarchia. Gli uomini non seguono più le direttive del tecnico e manca ormai quella necessaria connessione tra chi gioca e chi allena. Quando una squadra non segue più il suo allenatore il rapporto ha completato il suo naturale ciclo e ne va reimpostato uno nuovo: da questo principio non si può scappare.

    Non è nella gara di 24 ore fa che si possono trovare delle scusanti, 
    il Crotone avrà pure tenuto testa ad uno dei peggiori Napoli della stagione ma non si può certo gioire per l'ottava sconfitta in nove giornate. A prescindere dalla tenuta fisica dei calciatori quello che non va proprio è, ancora una volta, l'aspetto mentale: ritornare a giocare in uno "Scida" gremito e affrontare avversari di caratura internazionale avrebbe dovuto trasformare la squadra in un toro pronto a caricare a testa bassa e invece abbiamo assistito al gioco del gatto col topo. I gol della vittoria partenopea hanno avuto delle dinamiche quasi "fantozziane", come del resto i tentativi dei padroni di casa di riacciuffare il risultato (vedasi Simy). Nicola, dispiace dirlo, ha deluso più sul lato emotivo che su quello tattico, riuscendo nell'impresa di non far giocare una provinciale da provinciale.  
     
    E' proprio qui che subentra il "nonsense" della dirigenza che non prende nessun provvedimento e anzi rinnova, di sconfitta in sconfitta, la fiducia ad uno dei principali artefici di questa situazione parossistica. Viene quasi in mente la scena del film "L'allenatore nel pallone" nella quale il presidente della Longobarda, il commendador Borlotti, confessa a mister Canà che lui è l'unica persona in grado di riportare la squadra immediatamente in B e di non aver pensato al suo esonero proprio per questo motivo; a questo punto mi scuserete se in questo ci vedo delle grosse analogie. Mantenere la categoria avrà sicuramente costi elevatissimi che forse noi non possiamo neanche immaginare, ma tali da non cercare (neanche timidamente) di salvare la faccia? 
     
     
      

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