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    Crotonemania: Zenga colpevole, non è tempo di esperimenti

    Crotonemania: Zenga colpevole, non è tempo di esperimenti

    • Michele Santoro
    Aiutati che Dio t’aiuta! Mai proverbio più azzeccato pensando alla sconfitta di ieri. Il Crotone, o meglio Zenga, a Marassi ha praticamente regalato un tempo al Genoa e, in questa situazione di classifica, a poche giornate dalla fine, invischiato fino al collo nella corsa salvezza, non poteva proprio permetterselo. Che senso aveva riproporre Ajeti in mediana? Il campo ha bocciato già a Benevento questo strano disegno tattico, andato a buon fine solo, e quasi per caso, nel pareggio casalingo con l’Atalanta, sotto 20 centimetri di pioggia. Non è un caso che appena messe le pedine al posto giusto, con l’ingresso di Barberis davanti alla difesa, la squadra abbia ripreso colorito, creando anche qualche buona occasione per rimettere in piedi la gara. Il maggiore dinamismo e la visione di gioco del mediano ligure hanno permesso, a differenza del difensore centrale, di alzare il baricentro e fare capolino in area genoana, oltre naturalmente a rendere la manovra più fluida. Torniamo a casa con la coda tra le gambe e il colpevole, a mio avviso, è soprattutto uno, l’allenatore, non certo il fallo non ravvisato di Galabinov su Faraoni. Più umiltà, mister.

    Peccato non aver giocato ad armi pari sin dall’inizio della contesa. Non è tempo di sperimentare, non è tempo di inutili individualismi, di ‘uomini soli al comando, di usare il Crotone come trampolino di lancio per lidi più prestigiosi, anche perché il futuro di molti passa soprattutto da quello dei rossoblù. Facciamo poche cose, e facciamole bene, alziamo le barricate se necessario, ma non complichiamoci la vita da soli perché in campo ci pensano già gli avversari. Lo scorso anno da Genova, contro i Grifoni, partì la rincorsa a un sogno insperato, inimmaginabile; oggi, la stessa gara, rischia di mettere una pietra tombale su qualsiasi pretesa di salvezza. Un’occasione persa, punto, e il rammarico cresce se penso che mercoledì c’è la Juve. Possiamo essere ottimisti quanto vogliamo ma, parliamoci chiaro, le probabilità di strappare un risultato positivo, ora che non devono neanche pensare all’Europa, rasentano lo zero. Cerchiamo di vincere almeno la sfida sugli spalti, facciamoli sentire ospiti indesiderati, una volta tanto tifiamo la squadra della nostra città, perché la Serie A ci sta sfuggendo dalle dita e noi neanche ce ne accorgiamo.
     

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