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    Crotonemania: Trotta(ndo) si impara

    Crotonemania: Trotta(ndo) si impara

    • Michele Santoro

    Primo squillo. Il passo più importante è stato fatto, ora viene il difficile. Il primo punto in serie A della storia è arrivato nella partita più convincente sia a livello fisico che mentale. La gara col Palermo ha mostrato, per la prima volta, un Crotone consapevole della competizione in cui si trova e conscio degli ostacoli che essa può presentare. L'ottima prestazione di ieri è sicuramente figlia del lavoro ma soprattutto delle correzioni al modulo che mister Nicola ha saputo apportare al momento giusto: abbandonare il fondamentalismo tattico del 3-4-3 in favore di un più quadrato 4-4-2 ha permesso di avere una difesa più compatta che meglio ha coperto gli spazi; due uomini d'attacco “pesanti” ma allo stesso tempo agili in grado di pungere e sgomitare con i marcatori avversari e infine, un centrocampo tosto nel quale, ancora una volta, Palladino ha regalato sprazzi di grande classe. Però siamo qui a commentare un pareggio e perciò qualcosa deve essere andato storto di sicuro. Prima di tutto l'ormai cronico calo atletico nella seconda parte di gara: De Zerbi alzando Rispoli e Aleesami negli ultimi 30 minuti, ha preso il possesso delle corsie laterali e sia Ceccherini che Martella sono stati macinati dagli esterni siciliani non riuscendo ad opporvi resistenza; poi, come in ogni partita del Crotone che si rispetti, non è mancata la disattenzione fatale: nell'azione del pareggio rosanero Aleesami è riuscito a superare due avversari in un colpo solo, a metterla in mezzo per Nestorovski che non ha avuto problemi ad anticipare un lento Claiton. L'unica volta in cui il reparto arretrato è andato in tilt, certo, ma in A paghi dazio. I primi segnali di vita sono arrivati comunque, e la gioia di non vedere più quel disarmante 0 nella casella dei punti prevale su tutto.


    Il tifo manifesta. La soddisfazione per aver mosso la classifica non può essere goduta in pieno senza un pubblico con cui condividerla. Il primo punto della storia è arrivato in casa, ma solo sulla carta. Almeno fino al 23 ottobre lo “Scida” rimarrà chiuso e con esso il tifo crotonese. Il sit-in di ieri davanti allo stadio ancora smembrato ha ribadito la vicinanza della città alla squadra, ma non alla società ed al Comune colpevoli di aver preso in giro il popolo rossoblù. E' stupefacente come non sia mai stata redatta una tabella dei lavori con tempistiche certe e definite e come, in modo ancor più sbalorditivo, una volta approvati i progetti dagli enti competenti i lavori siano stati soggetti a continue interruzioni. Purtroppo la superficialità con la quale la questione dell'ammodernamento dell'impianto è stata trattata ha generato un'impasse da cui difficilmente sembra se ne possa uscire. Il tempo che divide il Crotone dalla partita col Napoli del 23 ottobre sta per terminare e con esso anche la pazienza dei tifosi.


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