Una rondine non fa primavera, figuriamoci un ombrello. L’acquazzone abbattutosi ieri su Firenze, e soprattutto sullo stadio “Artemio Franchi”, non ha causato solo la sospensione per mezz’ora della gara tra Fiorentina e Crotone ma, provvidenzialmente, anche la bulimia da punti della squadra calabrese. Parliamoci chiaro, l’ultimo posto è ancora saldamente nelle “pinne degli squali”che evidentemente nel pantano formatosi in seguito alla forte pioggia hanno dimostrato di trovarsi a loro agio, però la classifica si è finalmente mossa e grazie ai passi falsi di Empoli e Pescara l’obiettivo salvezza non è poi così una chimera. Difficile giudicare da un punto di vista tattico il pareggio contro i viola: le condizioni climatiche proibitive hanno azzerato il gap tecnico tra le due compagini e reso incerto l’andamento di una partita che se si fosse giocata col sole avrebbe avuto un risultato scontato; la risposta che tutti ci aspettavamo, quella caratteriale, c’è stata e di questo non possiamo che esserne felici. Compatto, arrabbiato, caparbio su ogni pallone, finalmente si è visto un Crotone orgoglioso di giocare in A e pronto a tutto per rimanerci; ieri come non mai si è vista una squadra lottare anche per il suo allenatore, cosa che nelle gare precedenti si era palesata poco. Ma le cattive abitudini sono dure a morire e ancora una volta non si è stati capaci di gestire un vantaggio: in precedenza era successo con Genoa, Palermo e Sassuolo e con un po’ di cattiveria in più i punti raccolti sarebbero stati ben dodici invece di soli miseri due. Ma non guardiamo le statistiche o eventuali proiezioni perché se no ci sarebbe da piangere, più o meno come ha fatto il cielo fiorentino ieri sera: con l’attuale trend, cioè un punto ogni cinque giornate, i rossoblù chiuderebbero a quota 7 accaparrandosi la palma di peggiore squadra della storia del campionato. Fortunatamente i numeri sono fatti anche per non essere rispettati e in società ne hanno dato dimostrazione magistrale visti i paraocchi sui risultati di Nicola e l’indifferenza sugli oltre vent’anni in organigramma dell’ormai ex vice presidente Sasà Gualtieri, alle cui dimissioni i vertici aziendali non si sono certamente strappati i capelli. Pazienza, lo spettacolo deve andare avanti sperando che, nel caso del Crotone, abbandoni i tratti della tragedia.