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    Crotonemania: salvezza? Roba da matti

    Crotonemania: salvezza? Roba da matti

    • Michele Santoro
    Udinese domata, Dacia Arena conquistata e si torna lì, fuori a riveder le stelle, almeno per sette giorni. Prestazione grossa grossa, più o meno come quella di mercoledì con la Juve, a testimonianza che il bianconero non si abbina poi così male con le tinte pitagoriche. Partite che si somigliano molto le ultime due: si va sotto ma poi si reagisce, soffrendo il giusto. Aggrappati alle spalle larghissime di Simy, che ha capito di potersi trasformare in chiunque e lui, giustamente, ha optato per un Diego Falcinelli stagione 2016/2017, ottima annata; per decisività e continuità ormai siamo lì. Molte facce sono cambiate rispetto all’anno scorso, ma gli occhi e il cuore no, quelli vanno sempre in direzione ostinata e contraria a chi, per l’ennesima volta, li dava per spacciati. Nulla è ancora detto, per carità, ma se alcune avversarie meritano senza dubbio di rimanere in A, il Crotone, almeno ad oggi, lo merita di più.

    Tre punti nel segno della semplicità. Nessun esperimento, nessuna pedina fuori ruolo, un 4-3-3 liquido, quasi totale, in cui chi si ferma è perduto. Sacrificio e volontà per bissare l’impresa, che in questo caso avrebbe i connotati del colossal. Fortuna? Ne servirebbe ancora tanta, sperando che quella nell’azione gol di Faraoni sia solo un gustoso assaggio. Una “…follia giusta…”, l’ha definita Zenga, la capacità di ribaltare il risultato di ieri pomeriggio; io aggiungerei ordinaria, visti i pregressi in massima serie di una squadra che ha sempre dimostrato di avere un istinto di sopravvivenza fuori dalla logica. Ora gli ultimi quattro match, quattro finali, per far ricredere i soliti scettici, chi, nonostante tutto, pensa ancora che questa categoria sia troppo per il Crotone e per Crotone. Di certezze ne ho poche, forse solo una: tutto si risolverà negli ultimi 180’, che per i rossoblù vogliono dire Lazio e Napoli, lotta Champions e scudetto per intenderci. Ma esserci, fino alla fine, dipenderà soprattutto dai prossimi scontri al cardiopalma con Sassuolo e Chievo, da affrontare nell’unico modo che gli ‘squali’ conoscono: con sana e giusta follia.  
     

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