Crotonemania: lo stadio di carta
L’unico modo per assistere al prossimo campionato cadetto dagli spalti dello Scida, al momento, è quello di ripristinare lo status quo ante Serie A, con un ritorno al passato, che per il Comune però comporterebbe un ulteriore esborso di denari. (La vedo durissima). Gira che ti rigira, il problema rimane sempre quello: l’impreparazione perenne delle nostre classi politiche, attuali e passate, che nel tempo non hanno saputo (voluto?) dipanare la matassa. Il colore e la militanza qui non c’entrano nulla, si sapeva già due anni fa che la concessione per l’utilizzo della struttura sportiva avrebbe avuto carattere di temporaneità, e nonostante ciò non si è corso ai ripari, sperando, come sempre, nel miracolo last minute. Non ci vengano a dire che la richiesta di proroga, seppur presentata nei tempi, era l’unica opzione possibile per evitare lo scenario che, purtroppo, via via va diventando sempre più reale. Allo stesso modo, e più o meno dalla stessa quantità di tempo, si parla di nuovo stadio, si sa che sarà un gioiellino (su quali basi poi), dovrà essere un vanto per tutta la Calabria, anche se la posa della prima pietra resta fissata a data da destinarsi.
Attenzione, però, a non cadere nella tentazione di scegliere se stare da una parte o dall’altra. L’immenso e unico patrimonio archeologico sembra essere diventato, per alcuni, l’ostacolo, il primo nemico dell’FC Crotone. Che eresia! Che figura barbina! Eppure, vi assicuro, esistono teste “pensanti” che non esiterebbero un secondo a sacrificare secoli di storia in nome di una viscerale fede per lo Squalo, alternata a intervalli regolari con quella per qualche squadrone del nord. Un compromesso non è solo possibile, è doveroso. Non prendetevela neanche con le persone che cercano di difendere gli ultimi resti di una civiltà gloriosa e sicuramente molto più saggia di chi questa situazione l’ha creata.