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    Crotonemania: felici come i bambini

    Crotonemania: felici come i bambini

    • Michele Santoro
    Te ne accorgi quando fai le cose per bene. Lo vedi da come reagisce la gente, te lo senti dentro e, soprattutto, sei felice. Al di là degli schemi, del 4-1, della classifica, domenica (e in quelle passate) ho visto undici ragazzi correre felici dietro a un pallone, come se non ci fossero più obiettivi da centrare, stipendi da portare a casa, ma solo il gioco, la maglia, il compagno di squadra. Ho chiuso gli occhi e per 90 minuti ho rivissuto quegli infiniti e spensierati sabati pomeriggio sui campetti della parrocchia, con quello che non la passa mai, l’altro che segna anche senza volerlo, il funambolo, il lento, il carismatico. Un micro mondo che non penseresti di poter rivedere sui campi della A, ma che invece a Crotone trovi. Il calcio italiano, tutti noi, dovremmo essere grati ai pitagorici, non tanto per la retorica del miracolo sportivo, dell’arrangiarsi, del raggiungere tanto con poco, ma perché questi ragazzi ti fanno riconciliare con l’essenza primitiva di questo sport, avulsi da polemiche inutili e da strane visioni complottistiche. Conta solo quell'affare sferico. 

    Meritiamo di rimanere in massima serie per questo (e per altre 2000 ragioni), e lo dimostreremo, non preoccupatevi. Domenica a Verona c’è la nostra Champions e l’affronteremo nell’unico modo che conosciamo: giocando a calcio. Andrà male? Pazienza, ci saranno ancora due partite. La nostra inclinazione naturale ci impone di prenderla col sorriso, che le angosce vere sono altra roba. Divertirsi con la palla tra i piedi, cercando di spingerla in porta: il segreto del successo lo conosciamo già. Mal che andrà ci rimarrà comunque un ricordo indimenticabile, uno di quelli da raccontare di fronte al caminetto ai propri nipotini; non una favola, attenzione, ma la storia. La rovesciata di Simy alla Juve, le scorribande sulla fascia di Nalini, quelle di Martella, il cuore di Mandragora, i miracoli di Cordaz, i tackle di Ceccherini, i #roadtoChiev e tutto il resto: noi siamo questo e niente lo cancellerà mai.
     

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