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Crotonemania: beffe e linguacce
POCHI RIMPIANTI. “Se avessimo portato a casa i tre punti, nessuno avrebbe detto niente”, così Nicola al termine della gara. Giusto, di cose da dire ce ne sarebbero tante infatti, visto che ha vinto l’Inter. L’amaro in bocca è ancora tutto là, anche se non si può parlare di occasione buttata. Una piccola squadra deve capitalizzare necessariamente le poche occasioni che ha in un confronto con una grande per poter sperare di strappare punti, ma poi deve fare comunque i conti con l’inevitabilità. In questo caso l’’inevitabile’ ha assunto il nome e il talento di Samir Handanovic, che ha reso semplici due interventi praticamente impossibili per la maggior parte dei suoi pari ruolo; e poi la fortuna, che in questo inizio di campionato pare abbia completamente voltato le spalle al Crotone. La squadra è stata ordinata, attenta, aiutata dal forte vento a favore in alcuni tratti della partita, ma ha evidenziato molte lacune. L’astinenza da gol tocca i 360’, ovvero quattro gare senza buttarla dentro. Il problema più evidente è questo e ormai sembra venuto il momento di lavorarci su. Budimir è troppo isolato e, inoltre, i rifornimenti sono veramente scarsi. Giusto prediligere un atteggiamento prudente contro un avversario di gran lunga più forte, eppure si è fatta fatica anche col Verona. Nel reparto offensivo sono quasi tutti nuovi e gli affiatamenti non possono essere al top, perciò si potrebbe adottare qualche variante tattica differente. Spostare Rohden al centro del campo, dirottando Tonev sulla fascia con Tumminello o Trotta a coadiuvare la punta croata: un buon metodo per non lasciarlo da solo a fare a sportellate con la difesa avversaria. Meno fatica, più lucidità sotto porta.