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Croazia-Italia a 10 anni esatti dall'ultima partita ai Mondiali: tocca a Darmian, testimone di due epoche
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CROAZIA-ITALIA: LE PROBABILI FORMAZIONI
IL MORSO DI SUAREZ - Siamo in Brasile e l'Italia di Cesare Prandelli scende in campo contro l'Uruguay per provare a strappare il passaggio agli ottavi della competizione, superando un girone con - oltre all'Uruguay - Costa Rica (che chiuse al 1° posto) e Inghilterra. Niente da fare però, gli azzurri dovettero arrendersi all'1-0 firmato da Diego Godin, in una partita passata alla storia per il morso di Luis Suarez a Giorgio Chiellini, insieme all'espulsione di Marchisio che lasciò la squadra in 10 a mezzora dalla fine. Quella fu l'ultima partita giocata dall'Italia ai Mondiali: un'eliminazione beffarda, seguita da due edizioni in cui gli azzurri non hanno presenziato.
10 ANNI DOPO - Sono passati 10 anni. Due lustri in cui l'Italia è passata in una montagna russa di emozioni dal baratro dell'eliminazione con la Svezia dalle qualificazioni per Russia 2018, al picco della bellissima vittoria a Euro 2021, per poi ricadere in basso con l'eliminazione per mano della Macedonia del Nord dai Mondiali di Qatar 2022. Ora, invece, il teatro sono gli Europei e la squadra guidata da Luciano Spalletti va incontro a una nuova sfida decisiva. Di fronte c'è la Croazia e in palio c'è l'accesso agli ottavi di finale. La data è simbolica, la sorte ha voluto così. Come a offrire ai ragazzi in maglia azzurra una possibilità per lasciarsi alle spalle le difficoltà e guardare al futuro con un progetto - quello di Spalletti - nuovo e ambizioso.
TOCCA A DARMIAN - A fare da tramite per il passaggio di testimone tra la "vecchia Italia", quella che 10 anni fa salutò i Mondiali perdendo con l'Uruguay, e la "nuova Italia", quella che sogna un ritorno tra i migliori, è Matteo Darmian. Non solo perché Darmian è l'unico presente sia tra i convocati dei Mondiali del 2014 sia nel contingente di Spalletti in Germania, ma anche perché può essere proprio lui una delle chiavi della sfida con la Croazia. Il suo nome è infatti tra quelli più accarezzati dal ct per sostituire un Dimarco parso - come il 90% della squadra - in difficoltà contro la Spagna e non al meglio fisicamente. Si chiuderebbe quasi un cerchio, visto che Darmian in Brasile era stato titolare nella formazione sconfitta dall'Uruguay, in un undici che contava tra le sue file i vari Buffon, Bonucci, Chiellini, Balotelli, Pirlo, Immobile. Quella volta l'esito fu triste, come fu anche il 24 giugno 2010 quando l’Italia lasciò i Mondiali in Sudafrica, sconfitta dalla Slovacchia. Questa volta gli azzurri proveranno a scrivere un destino diverso, sfatando il tabù del 24 giugno, accompagnati dalle ferme e realiste parole di Spalletti: "Se non si fa risultato si va a casa".