Doni e il Poker|: Dopo il calcio... a Las Vegas!
Il Texas Hold'em ha contagiato davvero tutti: personaggi dello spettacolo, cantanti e attori. Non poteva fare eccezione il mondo del calcio. Sempre più campioni giocano, pubblicizzano e parlano di poker. Internet offre la possibiltà di fare partitelle veloci, tornei e testa a testa. Insomma sia chi ha pochi minuti liberi, sia chi ne ha molti di più non rinuncia ad aprire un tavolo. Noi però abbiamo intervistato uno dei calciatori più preparati sull'argomento: Cristiano Doni. Il Capitano dell'Atalanta ha l'obiettivo di riportare i nerazzurri in serie A ma non solo.
Ciao Cristiano. Cominciamo dal prinicipio: quando hai iniziato a giocare a Holdem?
Ciao a tutti. Torniamo indietro di quattro o cinque anni. Ho sempre giocato a poker. Prima mi dilettavo con il classico poker a cinque carte ma a livello amatoriale, quanche partitina e basta. Sono passato al Texas un po' per curiosità e un po' per sfida. L'ho trovato fin da subito interessante e molto stimolante.
Lo consideri un hobby come tanti?
Ti posso dire che per me è un bellissimo passatempo. Ma io amo la sfida e quindi m' informo, leggo molto e mi confronto con tanti altri giocatori, tra i quali ci sono anche molti professionisti di poker. Poteva essere una passione visto che tra calcio e famiglia non ho tantissimo tempo libero. Ho però tantissimi amici che hanno la stessa passione e quando sei in questa situazione allora ti piace approfondire e saperne di più. E' davvero uno stimolo e mi piace migliorare giorno per giorno.
Sempre più calciatori dichiarano apertamente di essere appassionati o giocatori di Texas. E' cambiata l'immagine del calciatore pokerista?
So che alcuni calciatori sanno giocare davvero, come ad esempio Buffon e Vieri. L'immagine che ne esce se uno conosce il gioco è estremamente positiva. L'altra faccia della medaglia è che se invece uno non conosce per bene il mondo del Texas allora ci sarà quasi sempre un giudizio negativo perchè l'idea che si aveva del poker a 5 carte era fortemente negativa. In questo gioco la fortuna è importante ma la tecnica, la psicologia e le capacità individuali contano molto. Credo che sia anche ottimo per tenere la testa allenata.
Un bel torneo online costa al massimo 100 euro. I calciatori famosi per (quasi) definizione sono anche molto ricchi. Il fatto di spendere poco per uno come te che guadagna belle cifre, influisce sul tuo gioco?
Non influisce per niente. Molti amici ogni tanto mi dicono "Ma che vuoi che siano 100 euro per te" invece io rispetto il valore del gioco, oltre a quello dei soldi. Non sono tirchio ma ho il giusto rispetto. Quando giochiamo un torneo di poker sportivo siamo tutti uguali. Non conta se sei ricco o no, se vieni eliminato non hai una seconda possibilità. E' questo che amo di questo gioco, la forte competizione che non si basa sulla disponibilità economica.
So che a casa hai un tavolo professionale. Chi ci si siede di solito e chi vorresti, nei tuoi sogni, avere a quel tavolo?
Il tavolo è stato un graditissimo regalo di compleanno dei miei amici. Di solito ci gioco con comapgni e qualche conoscente. In ritiro invece ci organizziamo con una bella saletta: soprattutto d'estate quando il ritiro dura moltissimi giorni quindi un paio d'ore libere si trasforameno in un sit and go! Chi vorrei al mio tavolo dei sogni? Il primo invito è per Phil Ivey che oltre ad essere il più forte giocatore del mondo è anche il mio preferito. Poi mixerei tra campioni i amici: Daniel Negreanu, Phil Hellmuth e Bobo Vieri di sicuro. Bobo mi fa morire dal ridere!
Qual è il tuo sogno pokeristico?
Andare a Las Vegas! E' la prima cosa che farò quando smetterò con il calcio. Sono troppo curioso di vederla e di viverla. Per natura io sono uno abbastanza freddo ma se dovessi trovarmi di fronte Phil Ivey o altri mostri sacri del poker, rimarrei impietrito.
E quando succederà tutto questo?
Non lo so ancora. Ti posso dare due date: 2011 o 2012, davvero non ho ancora deciso.
Dopo che avrai smesso di giocare farai l'opinionista, il pokerista o entrambe le cose?
Credo di non avere le capacità nè per l'una nè per l'altra cosa. Di sicuro avrò un bel po' più di tempo per stare con la mia famiglia e anche per giocare a poker. Può essere che faccia anche qualche torneo dal vivo. In un paio d'occasioni mi sono aggregato ai miei amici e ho partecipato. Siamo davvero un bel gruppo.
Ultima domanda. Non poteva mancare quella calcistica: dieci punti di vantaggio sul Novara a sei giornate dal termine sono un bottino "tranquillo"?
E' come nel poker. Se sei tra i primi possono bastare due mani sbagliate per farti perdere tutto. Così come possono bastare due partite. Certo è che avere più punti ti permette di sbagliare un po' più serenamente ma senza perdere di vista l'obiettivo finale.
Grazie mille capitano: speriamo che tutti i tuoi progetti si realizzino, sia quelli calcistici che quelli legati al poker.
Grazie a voi e incrociamo le dita!