Calciomercato.com

  • Da Rugani a Dybala: questa Juventus non è una squadra per giovani

    Da Rugani a Dybala: questa Juventus non è una squadra per giovani

    “Non si lavora per inserire i giovani, si lavora per fare i risultati”, testo e musica di Massimiliano Allegri. Insomma, questa Juve non può essere una squadra per giovani. In termini anagrafici e di appartenenza alla causa, il tecnico in piena bufera è stato chiaro riguardo quale possa essere la cura ai mali della sua squadra: ci vogliono esperienza e spalle larghe, non c'è spazio per fare largo ai giovani. Non qui, non ora. Anche in una stagione che ha visto in estate la rifondazione dettata da Andrea Agnelli e portata avanti dalla premiata ditta Marotta-Paratici, all'insegna di un ringiovanimento evidente sotto tutti i punti di vista. Ma che in questo momento ha palesato solo la faccia della medaglia negativa. E ora che la sconfitta con il Sassuolo ha fatto definitivamente saltare ogni forma di frase di circostanza, per non far saltare definitivamente anche il banco ecco che tra il derby e la trasferta di Monchengladbach termini come “rinnovamento” e “inserimento” vengono rimandati a tempi migliori. Probabilmente molto lontani. Non è più il momento di dire che serve tempo, perché il tempo è finito. D'altronde quello delle scuse non sarebbe dovuto nemmeno iniziare.

     

    GIOVANI E BOCCIATIMa le bocciature dei giovani, d'età e di Juve, erano cominciate ben prima di Sassuolo-Juve. In ogni reparto. Alla ricerca di una formazione titolare che fin qui non c'è mai stata, ma che da domani ci sarà (come sottolineato dallo stesso Allegri: “Da adesso la squadra troverà le sue certezze, ci saranno titolari e riserve”), uno che non ha mai trovato spazio è stato Rugani: chiuso da tre mostri sacri come Bonucci, Chiellini e Barzagli, ma anche da Caceres, il difensore che tutti vogliono e che solo la Juve ha non è mai riuscito a convincere Allegri a fornirgli una sola chance. Salvo clamorose inversioni di rotta, sarà difficile trattenerlo a gennaio, corteggiato com'è da Napoli e Arsenal, per citare solo le più interessate. La bocciatura è invece arrivata a Sassuolo per Lemina, uno dei principali obiettivi delle critiche lanciate alla new generation bianconera: gettato nella mischia per l'attacco influenzale di Marchisio, lui ha da subito perso la testa rischiando di lasciare la squadra in dieci ben prima di Chiellini e regalando quella punizione che proprio non è andata già ad Allegri da cui è nato il gol di Sansone. Una bocciatura ancor più pesante, considerando come l'ex Marsiglia invece avesse goduto della stima dell'allenatore fin dalla prima ora del suo arrivo alla Juve, molto più ad esempio di quell'Hernanes giovane di Juve e non d'età, ma di fatto diventato simbolo del contro-mercato bianconero e delle richieste non esaudite di Allegri.


    Che in questa disastrosa prima fase di stagione ha anche finito per far discutere tutta l'Italia calcistica per la gestione di Dybala, a sprazzi già decisivo ma quasi schiavo di un talento che l'Allegri confuso di questi mesi non è ancora riuscito a digerire all'interno dei propri dettami tattici al di là di un minutaggio importante ma condizionato dagli infortuni di Morata e Mandzukic. E che dire di Zaza già scaricato in estate prima che venisse poi ripescato per necessità una volta sfumata la sua cessione? O di un Alex Sandro ancora riserva di Evra, una riserva da oltre 25 milioni di euro? Niente se non che la Juve della rifondazione sia in questo momento da rifondare, con in panchina un Allegri che sembra per la prima volta in questa stagione avere le idee chiare: per risollevarsi la Juve non può più essere, per ora, una squadra per giovani.

    Nicola Balice
    @NicolaBalice


    Altre Notizie