Crack, operazioni sbagliate:| La seconda vita di Rossi
26 ottobre 2011, la rottura del legamento, con conseguente immediata prima operazione al ginocchio destro. 13 aprile 2012, la ricaduta, in allenamento, a pochi giorni dal rientro in campo, già fissato. 20 aprile 2012, il secondo intervento per correggere i problemi del primo. 3 ottobre 2012, terza operazione per rimettere a posto lo stesso crociato, nuovamente sganciatosi.
Storia infinita Due rotture e tre interventi in meno di un anno, inattività che alla fine dovrebbe arrivare a 16 mesi: questo il calvario sofferto da Giuseppe Rossi da quando, senza praticamente accorgersene, si fece male al Bernabeu in una partita di campionato contro il Real Madrid. Rossi uscì dallo stadio del Madrid senza stampelle, sulle sue gambe. In zona mista si fermò a parlare con noi, appena preoccupato ma senza che il pensiero di ciò che gli stava per succedere potesse anche solo sfiorarlo. Aveva sentito un dolorino al ginocchio e per precauzione aveva chiesto il cambio. Niente di più.
Doppio colpo Il giorno dopo la mazzata, doppia. Verdetto duro, la rottura del crociato, e immediata operazione a Valencia per cercare di accorciare al massimo i tempi di recupero in vista dell’Europeo. L’intervento non è perfetto. E anche in questo caso, come gli era successo il giorno prima al Bernabeu, Giuseppe non lo sa. Si rimette in piedi, segue le tappe del recupero, tutto sembra procedere per il meglio ma una settimana prima del ritorno in campo, col Villarreal in crisi nera e bisognoso dei suoi gol per non retrocedere, il secondo crack.
La via americana A quel punto Rossi torna a casa, negli Stati Uniti, e si mette nelle mani del professor Steadman. Che scopre che i buchi dove deve passare il legamento ricostruito sono troppo grandi e la cosa ha provocato la seconda rottura. Perché la nuova operazione abbia esito bisogna restringerli, con un delicato intervento. Rossi torna in sala operatoria e poi aspetta quasi 6 mesi che l’osso si calcifichi. Intanto il Villarreal è finito in Segunda. Tre mesi fa Steadman ha di nuovo aperto il ginocchio di Pepito, per risistemare il legamento. Nuova rieducazione, e nuova attesa: per il ritorno in campo, per lasciarsi definitivamente alle spalle questa brutta storia iniziata al Bernabeu.
La Gazzetta dello Sport