Courtois e Alisson, errori da incubo: anche per questo il Pallone d'Oro non andrà mai (più) a un portiere
DALLE STELLE ALLE STALLE - Qualche mese fa si giocava la stessa partita nella sera più importante, quella della finale di Champions League: Courtois è stato il migliore in campo, da 10 per tutti i pagellisti con parate da fenomeno su Salah e Mané, e c'era chi inneggiava al Pallone d'Oro poi finito nelle mani (e non nei guantoni) del compagno di squadra Benzema. Anche per Alisson si sono levate mozioni simili in passato, soprattutto nel 2019, quando il Liverpool ha vinto la coppa dalle grandi orecchie. Niente da fare. Certo, se non lo ha vinto Buffon nel 2006, anno del trionfo dell'Italia ai Mondiali, viene da chiedersi cosa debba fare un numero 1 per vedersi assegnare il riconoscimento individuale più ambito. La leggenda di Lev Yashin ancora oggi l'unico portiere della storia a vincere il Pallone d'Oro sessant'anni fa esatti, è ormai avvolta nella nebbia. Errori del genere, per la loro appariscenza, sono capaci di cancellare decine di ottimi interventi, letture, uscite. Un gol sbagliato, invece, non avrà mai lo stesso effetto. E la stessa sproporzione vale anche per un gol segnato in confronto ad una parata miracolosa.
IL FANTASMA DI KARIUS - Liverpool-Real Madrid, sempre Liverpool-Real Madrid: anche nel 2018, a Kiev, questa partita è stata ricordata per quel che ha fatto un portiere: se nel 2022 Courtois ha compiuto i suoi prodigi, quattro anni prima Loris Karius si è reso protagonista di una delle peggiori prestazioni mai offerte da un estremo difensore: due erroracci su Bale e Benzema nella finale più importante, che ne hanno minato la carriera. Oggi, cinque anni dopo, Karius raccoglie i guantoni e si prepara a scendere in campo con la maglia del Newcastle nell'ultimo atto della Carabao Cup, contro il Manchester United, dopo due anni di inattività. Courtois e Alisson possono star sereni: se si è rialzato Karius dopo quella notte, possono farlo anche loro.