Costacurta, dal Milan a tv e Figc: ora ha in mano il futuro della Nazionale
Costacurta sta da 22 anni con Martina Colombari, sposato dal 2004 (in precedenza, nel 1994, si era spostato con Floriana Lainati), hanno un figlio, Achille, di 13 anni (pare sia interista). Ama la finanza, la pallacanestro, l’eleganza nel vestire. Può piacere o non piacere, ma Billy si è sempre staccato dal cliché dell’ex calciatore che - di fronte alla nuova vita - si trova inadeguato. Del Costacurta giocatore si sa tutto: vent’anni di Milan dal 1987 al 2007, ha vinto tutto quello che c’era da vincere. Del Costacurta allenatore basta quello che si sa: una fugace apparizione sulla panchina del Mantova, preso al volo in serie B, 4 vittorie, 4 pareggi e 6 sconfitte. Stop. Non faceva per lui. Del Costacurta opinionista si sa quello che si vede (o comunque si è visto, dato che il nuovo incarico l’ha costretto ad abbandonare i salottino televisivi).
Del Costacurta dirigente non si sa nulla, è un ruolo completamente nuovo. Costacurta ha già cominciato a muoversi, ma forse - è una sensazione - sta facendo troppi nomi, davvero troppi i candidati chiamati in causa in un paio di settimane. Nell’ordine: 1) Al pronti-via, appena si è insediato, ha confermato che i nomi che circolavano - Conte, Mancini, Ranieri - erano quelli buoni poi 2) Parlando del suo amico Ancelotti (che per primo lo chiamò come collaboratore tecnico al Milan) ha spiegato che «è ancora sotto contratto col Bayern e vuole allenare una squadra», confermando di averci parlato e - chissà - magari di avergli proposto la panchina azzurra; 3) Ha detto che sì, Allegri e Sarri, testualmente «Non sarebbero male, accidenti!». E sono già sei candidati. Conte, Mancini, Ranieri, Ancelotti, Sarri, Allegri. Ora aspettiamo qualcun altro. Non ci sembra una grande strategia, anche perché sulla panchina della nazionale l’allenatore c’è già.
Tocca a Gigi Di Biagio infatti staccare il pass del nuovo corso, con le due amichevoli in programma a fine marzo, contro Argentina e Inghilterra. E se dovesse stupirci? E se Di Biagio facesse «molto» bene? Chi avrà il coraggio di dirgli - lo sa già, tranquilli - che era ed è solo un traghettatore. Da calciatore - giocava centrale di difesa - Billy Costacurta non era né un fenomeno con i piedi e neppure un fenomeno di rapidità. Ma aveva una qualità rarissima: era sempre - sempre - al posto giusto nel momento giusto. Sapeva dove farsi trovare in campo, sa come stare al mondo da quando ha smesso. Per vent’anni il suo mondo è stato l’area di rigore del Milan, per qualche mese una panchina, per una decina d’anni il salotto televisivo di Sky e ora è l’ufficio da sottocommissario della Figc. Ha in mano tante carte, una sola è quella buona. Se la indovina, contenti tutti. Se la sbaglia, l’errore è suo.