No a Veltroni presidente della Lega di A: cosa c'entra col calcio?
Si nasce incendiari e si muore pompieri. La storia infinita di Walter Veltroni (foto dagospia.com) si potrebbe arricchire di un nuovo capitolo e il condizionale è già un vezzo, perché l'epilogo è scontato: il già compagno “Uolter” sarà il nuovo capo della Confindustria del pallone. Sarò fatto strano, ma l'idea che tutto ciò accada mi ha messo subito di pessimo umore. E' come se vent'anni fa avessero chiesto a Fausto Bertinotti di diventare amministratore delegato della Fiat e lui avesse accettato. Ovvio, sarebbe stato diverso se avesse scelto di fare l'operaio, l'impiegato semplice, il quadro intermedio, perché in fondo dobbiamo tutti campare. O magari l'ipotesi mi avrebbe disgustato meno se il nostro (vostro) Walter avesse mostrato il coraggio di fare quello che hanno fatto altri, uomini e donne capaci di dire: “Ho cambiato idea, allora?”. Veltroni no, Veltroni scivola.
Era comunista, è scivolato verso il partito democratico americano. E con l'occasione ha pure riempito le librerie degli amici di libri sui Kennedy. Era giornalista ed è (ovviamente) scivolato verso la direzione, infarcendo l'Unità di videocassette che ne hanno gonfiato le vendita e creato quella che ora gli ex colleghi del giornale, chiamano la “bolla speculativa”, probabilmente una delle cause del crollo del quotidiano fondato da Gramsci. Non è finita. D'Alema era cinofilo e andava a spasso con il suo Labrador? Bene, il vostro Veltroni era cinefilo. Scivolando, ovviamente, verso la regia di un film (noiosissimo e applaudito dalla critica), con la sua voce sempre come filo conduttore. Negli ultimi tempi si è inventato giornalista della nostra sottorazza sportiva, ha regalato decine d'interviste, quelle che noi badilanti della carta stampata dobbiamo inseguire per anni. Lui no, dalle pagine di un grande e ottimo e potente quotidiano sportivo, “Uolter” sta scivolando verso la presidenza della Lega Calcio di serie A.
Ci aveva promesso che si sarebbe ritirato in Africa, anche Francesco De Gregori ci aveva creduto, regalandoci sull'argomento una bella canzone. Walter in Africa c'era andato, ma evidentemente non gli piaceva troppo. Forse neppure lui piaceva troppo agli africani. Tornato a Roma si è interessato un po' di tutto, ha scritto molto, evidentemente avendo già assolto alla vecchia regola che dice: “I libri prima si leggono, poi semmai si scrivono”. L'ex direttore dell'Unità di libri ne avrà letti parecchi, comunque nel mondo del calcio la cosa importa poco: pattuglie intere di giornalisti seguono il modello Antonio Cassano, vantandosi di aver scritto più libri di quanti ne hanno letti, con proporzioni di 0/10. Ora, pare che “Uolter” vorrebbe tanto scrivere il suo capolavoro assoluto: tutte le didascalie dell'album Panini. Chissà se troverà il tempo per farlo. Le “figu” sono un'altra delle sue passioni, quelle piccole cose di pessimo gusto (pop) che hanno fatto la fortuna di un altro sinistro-big, Fabio Fazio.
A Veltroni per completare l'album mancava la presidenza della Confindustria del calcio. Tra un paio di pacchetti la troverà, fidatevi. Giampiero Boniperti sostiene: “Chi non ha mai battuto un corner non dovrebbe parlare di calcio”. Sicuramente esagera, ma ha ragione se uno come il vostro Walter scivola e s'appiccica pure sulla poltrona della Lega Calcio. Con 16 società dalla sua parte dovrebbe farcela, alla fine arriveranno pure i voti di Juventus e Roma. Certo, lui è juventino, rito antico, stile Gianni Agnelli. Però, da sindaco di Roma, strizzava l'occhio ai giallorossi. In pieno stile Veltroni. Insomma, piacerà a tutti, almeno all'inizio e questa sarà un'altra sciagura: in un sistema senza conflitti apparenti, il calcio italiano continuerà a fare gli affari suoi, con la prioritaria missione di arricchire i presidenti delle società. E' il vecchio che avanza, alla faccia di chi si sorprende dell'avanzata dei populismi e di chi non capisce come mai le beghe della giovane sindaca Virginia Raggi lascino indifferenti gli elettori, spingendo sempre più in alto i Cinque Stelle. I giochi sono fatti, a 61 anni Walter avrà un giocattolo tutto nuovo. Potrà festeggiare cantando “I pompieri di Viggiù”, ricordate? “E certo! E' un film del 1949 con Totò, che riprende una popolarissima canzone dell'epoca, interpretata anche da Natalino Otto”. Ammazza Walter quante ne sai.
Era comunista, è scivolato verso il partito democratico americano. E con l'occasione ha pure riempito le librerie degli amici di libri sui Kennedy. Era giornalista ed è (ovviamente) scivolato verso la direzione, infarcendo l'Unità di videocassette che ne hanno gonfiato le vendita e creato quella che ora gli ex colleghi del giornale, chiamano la “bolla speculativa”, probabilmente una delle cause del crollo del quotidiano fondato da Gramsci. Non è finita. D'Alema era cinofilo e andava a spasso con il suo Labrador? Bene, il vostro Veltroni era cinefilo. Scivolando, ovviamente, verso la regia di un film (noiosissimo e applaudito dalla critica), con la sua voce sempre come filo conduttore. Negli ultimi tempi si è inventato giornalista della nostra sottorazza sportiva, ha regalato decine d'interviste, quelle che noi badilanti della carta stampata dobbiamo inseguire per anni. Lui no, dalle pagine di un grande e ottimo e potente quotidiano sportivo, “Uolter” sta scivolando verso la presidenza della Lega Calcio di serie A.
Ci aveva promesso che si sarebbe ritirato in Africa, anche Francesco De Gregori ci aveva creduto, regalandoci sull'argomento una bella canzone. Walter in Africa c'era andato, ma evidentemente non gli piaceva troppo. Forse neppure lui piaceva troppo agli africani. Tornato a Roma si è interessato un po' di tutto, ha scritto molto, evidentemente avendo già assolto alla vecchia regola che dice: “I libri prima si leggono, poi semmai si scrivono”. L'ex direttore dell'Unità di libri ne avrà letti parecchi, comunque nel mondo del calcio la cosa importa poco: pattuglie intere di giornalisti seguono il modello Antonio Cassano, vantandosi di aver scritto più libri di quanti ne hanno letti, con proporzioni di 0/10. Ora, pare che “Uolter” vorrebbe tanto scrivere il suo capolavoro assoluto: tutte le didascalie dell'album Panini. Chissà se troverà il tempo per farlo. Le “figu” sono un'altra delle sue passioni, quelle piccole cose di pessimo gusto (pop) che hanno fatto la fortuna di un altro sinistro-big, Fabio Fazio.
A Veltroni per completare l'album mancava la presidenza della Confindustria del calcio. Tra un paio di pacchetti la troverà, fidatevi. Giampiero Boniperti sostiene: “Chi non ha mai battuto un corner non dovrebbe parlare di calcio”. Sicuramente esagera, ma ha ragione se uno come il vostro Walter scivola e s'appiccica pure sulla poltrona della Lega Calcio. Con 16 società dalla sua parte dovrebbe farcela, alla fine arriveranno pure i voti di Juventus e Roma. Certo, lui è juventino, rito antico, stile Gianni Agnelli. Però, da sindaco di Roma, strizzava l'occhio ai giallorossi. In pieno stile Veltroni. Insomma, piacerà a tutti, almeno all'inizio e questa sarà un'altra sciagura: in un sistema senza conflitti apparenti, il calcio italiano continuerà a fare gli affari suoi, con la prioritaria missione di arricchire i presidenti delle società. E' il vecchio che avanza, alla faccia di chi si sorprende dell'avanzata dei populismi e di chi non capisce come mai le beghe della giovane sindaca Virginia Raggi lascino indifferenti gli elettori, spingendo sempre più in alto i Cinque Stelle. I giochi sono fatti, a 61 anni Walter avrà un giocattolo tutto nuovo. Potrà festeggiare cantando “I pompieri di Viggiù”, ricordate? “E certo! E' un film del 1949 con Totò, che riprende una popolarissima canzone dell'epoca, interpretata anche da Natalino Otto”. Ammazza Walter quante ne sai.