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Così Spalletti ha cambiato l'Inter, ma c'è ancora un problema da risolvere
INTER IN COMING? - Le restrizioni del governo cinese ci vengono smentite in lungo e in largo, eppure qualcosa non quadra: dov’è finita l’aggressività che Suning ha mostrato la scorsa estate quando è scesa in campo per chiudere le trattative con Candreva, Joao Mario e Gabigol? Anche la campagna lanciata da chi nella società nerazzurra si occupa di comunicazione sui social (Inter is coming, quindi con tanto di hashtag), lasciava intendere quanto la rivoluzione fosse vicina. Un clamoroso abbaglio? Non sarebbe il primo.
COSI' SPALLETTI HA CAMBIATO L'INTER - Incurante di tutto ciò, l’ex Roma prosegue nel lavoro quotidiano, fatto di dialoghi e lavoro sul campo. Le belle prestazioni contro Lione, Bayern e Chelsea non sono frutto del caso, ma di un’incalzate attività fisica e psicologica. Spalletti ha rivoltato l’Inter come un calzino. Innanzi tutto con la trasparenza delle parole dirette, quelle che sanno di sentenza e che in qualche modo sfondano anche le barriere degli esseri più insolenti: «Questa è l’ultima possibilità per molta gente qui all’Inter», spiegò il tecnico toscano in una conferenza di qualche tempo fa a Riscone di Brunico.
IL LAVORO TATTICO - Una citazione divenuta verbo ad Appiano Gentile. Una frase che riecheggia solenne anche nella testa dei calciatori, messi di fronte all’ultima spiaggia. Spalletti ha fornito all'intero gruppo una sola zattera per uscire indenni dalla tormenta, sarà loro scrupolo restare compatti per evitare di perdere pezzi lungo il percorso. A tuto questo va aggiunto un lavoro tattico pignolo e impegnativo, che lo stesso Joao Mario ha voluto evidenziare: «Direi che la chiave è stata soprattutto tattica. Senza quella non vai da nessuna parte. Eravamo sempre messi molto bene in campo».
IL PROBLEMA DA RISOLVERE - Dopo tanto dare, per Luciano Spalletti è dunque giunta l’ora di ricevere. Arrivati a questo punto è giusto che la società gli metta a disposizione i rinforzi che il tecnico toscano si aspetta. Perché da quell’ormai celebre conferenza di Riscone, nulla è cambiato. E in quell’occasione l’ex Roma fu molto chiaro nell’evidenziare un problema non ancora colmato: «Sarà necessario togliere a Icardi il peso di essere l’unico a segnare tanti gol lì davanti». Serve un trequartista con almeno 10 gol nei piedi, da lì non si scappa. Intanto Dalbert e Vecino sono a un passo e Spalletti inizia a respirare.