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    CorSera: 'Tutti i dubbi sulla proprietà: comanda davvero Cardinale?'

    CorSera: 'Tutti i dubbi sulla proprietà: comanda davvero Cardinale?'

    Che il passaggio di proprietà del Milan da Elliott a RedBird, annunciato lo scorso 31 agosto, non fosse proprio un chiaro esempio di trasparenza, l'avevamo supposto da tempo anche noi. Ora la questione se la pone il settimanale economico del Corriere della Sera, nell'edizione in edicola oggi. Gerry Cardinale è davvero il proprietario del Milan dopo l'operazione chiusa con il fondo Elliott? 'L'Economia del Corriere della Sera', ripercorre tutto l'organigramma societario da Milano al Delaware, negli Stati Uniti, passando per l'Olanda in percorso che porta a due soggetti non ben identificati: una "Limited Partners" e il "Fund IV".

    'NESSUNO CONTROLLA IL MILAN' - L'articolo si concentra sui documenti, visionati dal Corriere, consegnati alle banche per adempiere agli obblighi antiriclaggio. Gli uffici interni e i legali del Milan dopo il closing hanno dovuto identificare i titolari effettivi a partire dalla controllante diretta, l'olandese ACM Bidco. Interpellando anche i legali olandesi di RedBird, si legge nelle carte interne, gli uffici del Milan sono arrivati alla conclusione che "nessuna persona fisica in ultima istanza ha più del 10% del club e dunque nessuno controlla il Milan". Per questo sono stati indicati titolari effettivi, con il criterio residuale, i tre amministratori con poteri di rappresentanza legale: il presidente Paolo Scaroni, l'amministratore delegato Giorgio Furlani (in precedenza Ivan Gazidis) e il consigliere Gerry Cardinale.

    CorSera: 'Tutti i dubbi sulla proprietà: comanda davvero Cardinale?'

    LA CATENA - Nella catena di controllo, sopra ACM Bidco e ACM Intermediate Holding (le due holding più in basso nell'operazione), si risale fino alla holding RBFC Aggregator, la cui proprietà è divisa tra Fund IV Investors con il 42,6%, RBCF AIV con il 10,9% e una Limited Partners con il 46,1%. Secondo la ricostruzione del Corriere, le prime due farebbero riferimento a Cardinale, mentre non ci sono certezze sull'effettivo controllo del 46,1% restante nel quale, si legge, sarebbe forse custodita la quota di Elliott.

    115MILA EURO AL GIORNO - Il Corriere ricorda poi come Elliott abba garantito un vendor loan da 600 milioni di euro a RedBirdal 7% di interesse, che costa 115mila euro al giorno al fondo guidato da Cardinale, cifra pari a circa 42 milioni di euro annui. Sottolineando, anche, quanto Elliott pesi ancora nei destini del Milan. Il riferimento va alle mosse relative alla governance del club dopo la cessione a RedBird. Non solo la conferma come presidente di Paolo Scaroni, entrato in consiglio ai tempi di Yonghong Li come rappresentante del creditore Elliott, c'è anche la nomina ad amministratore delegato - dopo Ivan Gazidis - di Giorgio Furlani, storico manager di Elliott, braccio destro di Gordon Singer e azionista della londinese Elliott Advisors, la controparte di RedBird nella compravendita. A loro è apparentemente destinato ad aggiungersi nel ruolo di direttore finanziario Stefano Cocirio, altro manager dipendente di Elliott. Tutti e tre, Scaroni, Furlani e Cocirio, erano già nel cda del Milan prima di Cardinale. Il Corriere evidenzia come non ci sia certezza sull'esistenza di eventuali patti collaterali che possano incidere sulla catena di controllo: "Sarebbe interessante conoscere eventuali patti, contratti collaterali, impegni societari e creditizi di RedBird con Elliott ma questo non è dovuto, non è un obbligo, la risposta sarebbe 'Non diamo disclosure'"; riferendosi in questo caso alla portavoce di ReBird, che era portavoce di Elliott.

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