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    Coronavirus, il ministro Speranza: 'La nostra unica arma è il restare a casa, non rischiamo di compromettere tutto'

    Coronavirus, il ministro Speranza: 'La nostra unica arma è il restare a casa, non rischiamo di compromettere tutto'

    Roberto Speranza, Ministro della Salute, parla a RaiNews24 dell’emergenza coronavirus: “E' una battaglia che è ancora nel suo pieno, non dobbiamo sottovalutare niente, servono rigore e serietà. Il fatto riscontrabile è uno: 'R con 0', indice del contagio, a inizio marzo era altissimo (3), ora con l’applicazione delle misure dal 10 marzo si è abbassato molto. Questo ha avuto effetto sull’accesso alle terapie intensive e dei pazienti gravi agli ospedali. C’è stato un alleggerimento, questo ci dice che la strada del distanziamento sociale è la grande arma che abbiamo. La ricerca sta facendo il possibile, sia per il vaccino che sarà la soluzione definitiva sia per le terapie. Ci sono sperimentazioni importanti in corso, l’agenzia per il farmaco sta lavorando ma ancora né vaccini né terapie certe sono disponibili. Il distanziamento sociale è e resta l’unica arma per ridurre la diffusione del contagio. So che abbiamo chiesto sacrifici difficili, ma dobbiamo insistere, è l’unica strada che dà certezze. Noi ovviamente continueremo ad investire su ricerca per vaccini e terapie, ma al momento non ci sono certezze e comunque non credo che ci saranno novità in tempo breve”. 

    SUGLI ATTEGGIAMENTI SBAGLIATI - “Atteggiamenti sbagliati, o credere che questa battaglia sia già vinta, rischiano di compromettere i sacrifici fatti fino ad ora. Abbiamo fatto un pezzo di strada importante, le misure hanno dato ossigeno agli ospedali ed in particolare alle terapie intensive. Ma la battaglia è in corso, sbagliare rischierebbe di compromettere tutto. Oggi la situazione è molto molto seria, bisogna rispettare le norme perché altrimenti si mette a rischio la propria vita e soprattutto quella degli altri. I risultati ottenuti sono arrivati perché la stragrande maggioranza degli italiani ha rispettato le norme, ma non c’è atra strada. Oggi la metà dei cittadini del mondo è nelle nostre condizioni. Ci sono esempi a cui guardare: Hong Kong aveva immaginato di diminuire le proprie misure, poi hanno dovuto richiudere dopo pochi giorni perché il virus si propaga con grande velocità. Non bastano i decreti, questa partita non si vince con un’ordinanza o un dpcm. Questa battaglia si vince solo e soltanto col contributo di ogni singolo cittadino. Costruiamo una spinta per far sì che i cittadini lavorino con le istituzioni”. 

    SUL RIPARTIRE - “Ci sarà bisogno di grande gradualità, di prudenza. Ogni giorno analizziamo i dati epidemiologici e da lì si parte. Servirà prudenza, gradualità. E’ chiaro che noi vogliamo ripartire, la ripartenza economica è un’esigenza primaria. Ma la premessa è la vittoria della battaglia sanitaria in corso: la prima mattonella per ricostruire la ripartenza dell’Italia è vincere la battaglia sanitaria, senza non ci sarà neanche la crescita economica. Tutte le energie di stato, regioni e cittadini devono essere rivolte a vincere la lotta sanitaria. A quel punto avremo creato le condizioni per la ripartenza economica e sociale”.

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