Il giovane Milan non tradisce: 4-1 al Cagliari, super Jovic e Leao si riprende San Siro
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Tutto sin troppo facile per il Milan di scorta, che regola con un netto 4-1 il Cagliari a San Siro e consente agli uomini di Pioli di ottenere il pass per i quarti di finale di Coppa Italia, trofeo che non viene conquistato dal lontano 2003. Il prossimo avversario uscirà dalla sfida tra Atalanta e Sassuolo. E’ una serata di tante prime volte, dagli esordi dal primo minuto del difensore classe 2005 Simic e dell’interessantissimo terzino spagnolo della Primavera Alex Jimenez, passando per il 2004 Chaka Traoré, chiamato per una volta a fare le veci del grande amico Leao, che si accomoda inizialmente in panchina ma riceve comunque a più riprese le ovazioni del suo pubblico dopo i fischi di domenica scorsa e suggella una serata di note positive col gol che chiude i conti in pieno recupero.
NEL SEGNO DI LUKA (E THEO) - Il Cagliari si vede soltanto nei primissimi minuti, quando Mirante deve sventare un colpo di testa ravvicinato dell’ex Petagna - rilanciato dal primo minuto in coppia con Luvumbo - sugli sviluppi di un angolo, poi sale in cattedra il Milan, che fa due volte con Jovic le prove generali del vantaggio (sul primo tentativo salva tutto Radunovic, sull’altro viene rimontato da Hatzidiakos al momento di calciare) prima di indirizzare il match con una doppietta tra il 29° e il 42° su altrettanti grandi assist di uno scatenato Theo Hernandez. Impressionante in particolare la progressione di 50 metri del francese per il secondo gol, dopo la palla persa malamente da Jankto.
LA PRIMA DI CHAKA, POI CHIUDE LEAO - La ripresa procede ancora più sul velluto, visto che i rossoneri calano ben presto il tris (50°) con Ckaha Traoré, che realizza il suo primo gol da professionista con un destro non irresistibile che brucia un Radunovic già impreciso sul gol numero due di Jovic. A quel punto la partita per entrambe le squadre diventa di mera gestione, con Pioli che risparmia ad un certo punto fatiche e rischi inutili a Calabria e Reijnders ed inserendo elementi freschi come Florenzi, Bartesaghi, Pulisic e Leao. E proprio il portoghese, entrato con buon piglio a 20’ dalla fine, prima prende confidenza con l’erba di San Siro con un paio di sgasate delle sue, senza però trovare lo spunto decisivo. Poi, dopo aver osservato il Cagliari realizzare la rete della bandiera con Azzi (all’88° su leggera deviazione in traiettoria di Luvumbo), decide di chiudere personalmente la pratica col gol del definitivo 4-1 grazie ad un bel destro piazzato sul palo lontano. Il portoghese non segnava davanti ai suoi tifosi e in generale dal 7 novembre scorso nella magica notte contro il PSG, prima di fermarsi pochi giorni dopo per un guaio muscolare che lo ha tenuto ai box per circa un mese. Tutto è bene ciò che finisce bene.
NEL SEGNO DI LUKA (E THEO) - Il Cagliari si vede soltanto nei primissimi minuti, quando Mirante deve sventare un colpo di testa ravvicinato dell’ex Petagna - rilanciato dal primo minuto in coppia con Luvumbo - sugli sviluppi di un angolo, poi sale in cattedra il Milan, che fa due volte con Jovic le prove generali del vantaggio (sul primo tentativo salva tutto Radunovic, sull’altro viene rimontato da Hatzidiakos al momento di calciare) prima di indirizzare il match con una doppietta tra il 29° e il 42° su altrettanti grandi assist di uno scatenato Theo Hernandez. Impressionante in particolare la progressione di 50 metri del francese per il secondo gol, dopo la palla persa malamente da Jankto.
LA PRIMA DI CHAKA, POI CHIUDE LEAO - La ripresa procede ancora più sul velluto, visto che i rossoneri calano ben presto il tris (50°) con Ckaha Traoré, che realizza il suo primo gol da professionista con un destro non irresistibile che brucia un Radunovic già impreciso sul gol numero due di Jovic. A quel punto la partita per entrambe le squadre diventa di mera gestione, con Pioli che risparmia ad un certo punto fatiche e rischi inutili a Calabria e Reijnders ed inserendo elementi freschi come Florenzi, Bartesaghi, Pulisic e Leao. E proprio il portoghese, entrato con buon piglio a 20’ dalla fine, prima prende confidenza con l’erba di San Siro con un paio di sgasate delle sue, senza però trovare lo spunto decisivo. Poi, dopo aver osservato il Cagliari realizzare la rete della bandiera con Azzi (all’88° su leggera deviazione in traiettoria di Luvumbo), decide di chiudere personalmente la pratica col gol del definitivo 4-1 grazie ad un bel destro piazzato sul palo lontano. Il portoghese non segnava davanti ai suoi tifosi e in generale dal 7 novembre scorso nella magica notte contro il PSG, prima di fermarsi pochi giorni dopo per un guaio muscolare che lo ha tenuto ai box per circa un mese. Tutto è bene ciò che finisce bene.