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    Coppa Italia, il torneo più antisportivo che ci sia. L'importante è che passino Juventus, Inter e Milan

    Coppa Italia, il torneo più antisportivo che ci sia. L'importante è che passino Juventus, Inter e Milan

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Torna la Coppa Italia, un torneo che ha cambiato più volte formula, ma a cui mancano coraggio e fantasia, e che proprio per questo nega favole e sogni che dovrebbero invece popolarlo, come in Francia e in Inghilterra, ma non solo lì. Un torneo pensato e più volte aggiustato solo per favorire le grandi squadre e gli ascolti tv. L’obiettivo è che in finale vada ogni volta almeno una delle 3 squadre col maggior numero di tifosi: Juventus, Milan e Inter (il secondo posto varia da un rilevamento all’altro, ma sulle prime 3 posizioni non c’è dubbio). Scopo non dichiarabile ma evidente: assicurarsi davanti alle tv, la platea potenzialmente più ampia, per diritti che vengono venduti in chiaro, Obiettivo centrato 7 volte negli ultimi 8 anni.

    Mondiale a parte, ma si gioca una volta ogni 4 anni, la Coppa Italia (dalla scorsa stagione e per 3 anni in onda sulle reti Mediaset) fa gli ascolti mediamente più alti del calcio in tv. Nel 2022, solo l’infausta Italia-Macedonia del Nord ha avuto più telespettatori della finale Inter-Juventus dell’11 maggio (ma addirittura 7 punti percentuali di share in meno, 39 a 46, quasi una tv su 2 sintonizzata sul calcio).

    L’attuale Coppa Italia è il più antisportivo dei tornei possibili. Là dove altre federazioni, iscrivono alla Coppa nazionale tutto il movimento, cercando di favorire le squadre più deboli, noi invece tuteliamo per regolamento quelle più forti. Che per diritto giocano in casa, e se non vincono al 90’ hanno anche i supplementari, prima dei rigori, per cercare di sbloccare il risultato e guadagnarsi la partita successiva. Di più, dovrebbero solo farle partire da 1-0. La Lega è contenta del suo format, proprio perché centra l’obiettivo: più spettatori significano diritti venduti meglio.

    In Inghilterra, partecipano circa 600 squadre alla FA. In Italia, dallo scorso anno 44 club si giocano la Coppa nazionale. In Inghilterra il campo si sorteggia, da noi si gioca in quello della squadra più forte: Milan-Torino di domani sera, giusto per fare un esempio, non sarebbe la stessa cosa di un eventuale Torino-Milan, e in campionato si è già visto. Se in Inghilterra pareggiano al 90’, la partita si ripete. Da noi si va avanti, e chi è più forte ha più tempo per vincere. Il calendario senza spazi ovunque è una grande frottola: l’Inghilterra ha dedicato alla FA Cup lo scorso week-end, da noi si gioca durante la settimana e rigorosamente negli orari migliori per la tv. In questi giorni non fa freddo, non come dovrebbe essere a gennaio, ed è una gran fortuna, perché magari qualche migliaio di spettatori in più sarà sulle varie tribune e qualche giocatore in meno si farà male in campo. Noi siamo ripartiti il 4 gennaio, in Inghilterra il 26 dicembre. Sul perché, mancano risposte credibili. È possibile che alle tv (stavolta pay) facesse più comodo così.

    La Coppa Italia vuole le grandi squadre e le grandi squadre vogliono la Coppa Italia. È finita da tempo l’era in cui era solo una “coppetta”, snobbata e vista solo come un impiccio. Per non dire della SuperCoppa, che quando vincevamo in Europa, era solo un impegno in più (con che coraggio lo "opponevi" a chi aveva vinto la Champions o anche solo la Coppa Uefa?) e adesso c’è chi lo chiama obiettivo e lo conta come tale, senza pesarlo. L’ha fatto l’Inter, l’anno scorso, e in realtà continua a farlo: se stasera gli chiedessero conto della classifica attuale in campionato, Inzaghi direbbe per l’ennesima volta «lo scorso anno abbiamo vinto due trofei».

    A guardare le formazioni che scenderanno in campo, non solo le grandi, ma proprio tutte, c’è largo spazio alle riserve, ma questa è necessità, non segnale che non conti. E anche in questo, le grandi sono favorite, come lo sono dal regolamento che ormai consente sempre 5 sostituzioni (per arrivare fino a 7, come nella finale Mondiale): organici più ampi e alternative mediamente migliori, ché poi, più ci si avvicina alla finale, più saranno i titolari in gioco dall’inizio. Ma tant’è, questa è la nostra Coppa Italia. Proviamo a godercela ugualmente anche così.
    @GianniVisnadi

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