Controllo alla Cassano, finta alla Baggio: dove può arrivare Zirkzee?
Cosa sarebbe questo Bologna senza Joshua Zirkzee? E allo stesso tempo quale sarebbe il rendimento dell’attaccante olandese senza avere alle spalle una squadra come quella rossoblù, che ha trovato in Thiago Motta una delle migliori espressioni tra gli allenatori della nouvelle vague del nostro campionato? Difficile dirlo quando non si ha a disposizione una controprova immediata, ma la sensazione tangibile è che i risultati individuali e del gruppo nel suo insieme siano il risultato di una serie di circostanze che stanno andando a combaciare nello stesso momento. L’uno non può fare a meno dell’altro e l’impressione sempre più forte è che stia nascendo qualcosa di bello.
CHE NUMERI - Nove le partite di imbattibilità del Bologna che, dopo la sconfitta all’esordio per mano del Milan, non hanno più perso in questo primo scorcio di campionato; sempre titolare Zirkzee nelle 10 partite sin qui disputate ed una partenza che, in rapporto alle sue più recenti stagioni, lo vede sistematicamente al centro di tutto, visto che fornisce una media di 0,42 tra gol e assist ogni 90 minuti. Tre reti - e potevano essere 4 se il fuorigioco di Orsolini non gli avesse negato la doppietta contro il Sassuolo - e un passaggio decisivo da agosto, quando Joshua si è trovato a raccogliere l’eredità di Arnautovic. Ma anche 16 passaggi chiave effettuati e miglior centravanti della Serie A, statistiche alla mano, nel mandare al tiro i suoi compagni. Meglio del milanista Giroud, per esempio. Sono cambiate le condizioni - lo scorso anno ha disputato appena 5 partite dal primo minuto - ma è cambiato soprattutto lui ed il suo rapporto con Thiago Motta. E’ cambiata la testa di un talento dal potenziale smisurato ma che faticava a coordinarsi con ciò e con chi gli stava intorno.
QUESTIONE DI TESTA - Perché la testa è sempre stato il suo problema, quando a 16 anni si rendeva disponibile a partecipare ad un torneo giovanile con l’Everton senza l’autorizzazione del Feyenoord per forzare una cessione. Che sarebbe arrivata e lo avrebbe portato niente poco di meno che al Bayern Monaco. 46 reti (in 81 gare) nelle giovanili ed un impatto in prima squadra immediato, da record - 3 gol nei primi 28’ ufficiali - che tuttavia non hanno avuto un seguito. Per ora, perché è sempre bene ricordare che il club tedesco vanta un diritto di recompra, oltre ad una robusta percentuale qualora il Bologna lo rivendesse e realizzasse una plusvalenza rispetto agli 8 milioni di euro investiti poco più di un anno fa.
GOL POETICO - Un controllo alla Cassano - ricordate Bari-Inter del 1999? - ed una definizione con finta alla Roberto Baggio come in quel celeberrimo Napoli-Fiorentina del 1989 (sotto gli occhi di Maradona) nell'ultima prodezza, quasi poetica, con cui ha portato avanti i suoi col Sassuolo: colpi da ‘10’ purissimo ma con l’ambizione di diventare un ‘9’ di tutto rispetto, per accrescere le ambizioni di un Bologna che non vorrebbe puntare più soltanto ad un campionato “tranquillo” e quelle sue personali. Zirkzee ha firmato un contratto fino al 2026 e guarda per ora solo ad un presente fatto di conferme e di ricerca di una continuità necessaria per proporsi su palcoscenici diversi e più importanti. Una storia ancora tutta da scrivere in cui tutti possono avere qualcosa da guadagnare ma anche nella quale chiunque ha da perdere. Cosa sarebbe il Bologna senza questo Zirkzee? E cosa sarebbe l’olandese senza il “giocattolino” costruito su misura da Thiago Motta? Siamo al punto di partenza perché quello di arrivo oggi è impossibile immaginare quanto lontano possa spingersi. Ma con un talento così soltanto il cielo è il limite.
CHE NUMERI - Nove le partite di imbattibilità del Bologna che, dopo la sconfitta all’esordio per mano del Milan, non hanno più perso in questo primo scorcio di campionato; sempre titolare Zirkzee nelle 10 partite sin qui disputate ed una partenza che, in rapporto alle sue più recenti stagioni, lo vede sistematicamente al centro di tutto, visto che fornisce una media di 0,42 tra gol e assist ogni 90 minuti. Tre reti - e potevano essere 4 se il fuorigioco di Orsolini non gli avesse negato la doppietta contro il Sassuolo - e un passaggio decisivo da agosto, quando Joshua si è trovato a raccogliere l’eredità di Arnautovic. Ma anche 16 passaggi chiave effettuati e miglior centravanti della Serie A, statistiche alla mano, nel mandare al tiro i suoi compagni. Meglio del milanista Giroud, per esempio. Sono cambiate le condizioni - lo scorso anno ha disputato appena 5 partite dal primo minuto - ma è cambiato soprattutto lui ed il suo rapporto con Thiago Motta. E’ cambiata la testa di un talento dal potenziale smisurato ma che faticava a coordinarsi con ciò e con chi gli stava intorno.
QUESTIONE DI TESTA - Perché la testa è sempre stato il suo problema, quando a 16 anni si rendeva disponibile a partecipare ad un torneo giovanile con l’Everton senza l’autorizzazione del Feyenoord per forzare una cessione. Che sarebbe arrivata e lo avrebbe portato niente poco di meno che al Bayern Monaco. 46 reti (in 81 gare) nelle giovanili ed un impatto in prima squadra immediato, da record - 3 gol nei primi 28’ ufficiali - che tuttavia non hanno avuto un seguito. Per ora, perché è sempre bene ricordare che il club tedesco vanta un diritto di recompra, oltre ad una robusta percentuale qualora il Bologna lo rivendesse e realizzasse una plusvalenza rispetto agli 8 milioni di euro investiti poco più di un anno fa.
GOL POETICO - Un controllo alla Cassano - ricordate Bari-Inter del 1999? - ed una definizione con finta alla Roberto Baggio come in quel celeberrimo Napoli-Fiorentina del 1989 (sotto gli occhi di Maradona) nell'ultima prodezza, quasi poetica, con cui ha portato avanti i suoi col Sassuolo: colpi da ‘10’ purissimo ma con l’ambizione di diventare un ‘9’ di tutto rispetto, per accrescere le ambizioni di un Bologna che non vorrebbe puntare più soltanto ad un campionato “tranquillo” e quelle sue personali. Zirkzee ha firmato un contratto fino al 2026 e guarda per ora solo ad un presente fatto di conferme e di ricerca di una continuità necessaria per proporsi su palcoscenici diversi e più importanti. Una storia ancora tutta da scrivere in cui tutti possono avere qualcosa da guadagnare ma anche nella quale chiunque ha da perdere. Cosa sarebbe il Bologna senza questo Zirkzee? E cosa sarebbe l’olandese senza il “giocattolino” costruito su misura da Thiago Motta? Siamo al punto di partenza perché quello di arrivo oggi è impossibile immaginare quanto lontano possa spingersi. Ma con un talento così soltanto il cielo è il limite.