Timossi: Conte mi piace perché se ne frega, ora il Napoli si rode per Pellè
Dovrei delle scuse ad Antonio Conte, ma visto che lui delle mie scuse non saprebbe che farsene vado avanti e dico che mi ha sorpreso. E’ un selezionatore straordinario e lo sta dimostrando. Lui è di più: è un selezionatore naturale. A me questo sostantivo maschile è sempre piaciuto, è essenziale, senza fronzoli, ingiustamente considerato fané. Chi siede sulla panchina della Nazionale è un addetto alla selezione, non è un allenatore, ha poco tempo per allenare la squadra e quindi ha molto tempo libero per osservare i giocatori della nazione che guida. Questo deve fare, scegliere quelli che dimostrano di stare meglio e su questi costruire un gruppo capace di crescere in prospettiva: nel caso di Conte il primo impegno sono ovviamente gli Europei, tra due anni.
Il nuovo commissario tecnico (ma io insisto, il selezionatore) non ha fatto proclami e ha iniziato a osservare, girando per centri sportivi, stadi, canali satellitari che ormai trasmettono in diretta tutti i principali campionati. A differenza del suo predecessore, il benemerito Cesare Prandelli, Conte non ha impartito codici etici e neppure direttive che lasciavano intendere una scelta prioritaria per chi giocava nella serie A italiana.
A quanto mi risulta Conte non ha neppure formalmente consultato il suo predecessore, come invece fece Prandelli, con Marcello Lippi. La cosa in seguito di rivelò un boomerang per Prandelli. Motivo? Il ct campione del mondo non nascose al suo sostituto la sua opinione su Cassano, che per Lippi non avrebbe mai più dovuto far parte della Nazionale. Dubbi che manifestò anche sulla maturità di Balotelli. E Prandelli, ovviamente, disse e fece il contrario: "La mia Italia la costruirò su Balotelli e Cassano", dichiarò anche nella prima intervista che gli feci per Il Secolo XIX. “Ma allora mi dite perché chiese quei consigli?”, confidò qualche tempo dopo Lippi a un gruppo di amici in un noto ristorante genovese (il solito Europa, ma giuro che non si tratta di pubblicità occulta è solo un ottimo ristorante).
Conte no, non chiede consigli, non ammicca, non vuole essere simpatico, tanto sa che quella è una partita troppo difficile da vincere, quasi come quella che la Roma ha immeritatamente perso allo Juventus Stadium. Conte, a differenza del suo predecessore, non pensa di allenare l’Italia o almeno se lo pensa non lo va a dire in giro. Lui fa il selezionatore e vince subito e convince, almeno fin qui. Conte, il selezionatore naturale, se ne frega. Anche quando la Puma, che gli paga una bella fetta del suo stipendio azzurro, compra un’altra pagina sulla Gazzetta dello Sport e per pubblicizzare il suo marchio sceglie Mario Balotelli. Ovviamente con addosso la maglia azzurra. E ovviamente l’attaccante del Liverpool non viene selezionato neppure questa volta. Bene, Conte che dice sull’argomento? “Faccio convocazioni, non esclusioni”. Semplicemente perfetto, nello stile fané del selezionatore. Uno che girando sui canali Fox Sport ha capito il valore di un certo Graziano Pellé e infatti lo ha convocato per la sfida di Palermo contro l’ Azerbaigian e per la trasferta di Malta. E credo che almeno in uno delle due sfide il giovanotto partità pure titolare.
Questione di Pellè, ma soprattutto di gol: quattro quelli messi a segno da Pellè con la maglia del Southampton, mentre Balo in Premier non decolla e l’ultima sfida del Liverpool l’ha pure vista dalla panchina, per 64 minuti. Ecco perché Balotelli no e Pellè sì, semplicemente. Meno semplice capire perché nessun grande club italiano abbia puntato su l’attaccante salentino del Southampton. Beh, io una risposta me la sono già data nella precedente puntata del nostro blog: Pellè non è solo un attaccante italiano è qualcosa di più, è un attaccante europeo. Poi sull’argomento, poche ore fa, un addetto ai lavori mi ha sussurrato un retroscena, confermato al mille per mille: quest’estate il Napoli voleva Pellè ed era pure in corso una trattativa. Poi al suo posto hanno ingaggiato "Michu". “Graziano? Troppo caro e troppo prima punta, non vogliamo nessuno che possa fare ombra a Higuain e comunque preferiamo una seconda punta”, avrebbe spiegato Bigon. Ed ecco “Michu”, fate voi. Ottima scelta, ma almeno il Napoli ci aveva pensato.
A proposito: nello stessa sessione di mercato, quando Conte ancora allenava la Juventus, ai bianconeri proposero Balotelli. Sì certo, il Milan l’ha proposto praticamente a tutti, non è questa la notizia. La notizia è quella che sussurrava l’ad Beppe Marotta a chiunque gli chiedesse di Balo alla Juve. Mai con Conte. Quasi un presagio. O solo un anticipo dell’oscura missione del nuovo addetto alla selezione.
Giampiero Timossi (giornalista Il Secolo XIX)
Su Twitter: @GTimossi
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