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Conte ce l'ha fatta ancora: come con Juve e Inter
Da qualsiasi parte si voglia considerare la questione: Conte ha fatto di tutto per farsi cacciare dal Tottenham. E ce l'ha fatta. Ancora una volta, come tante altre volte è capitato in passato. Ce l'ha fatta. Voleva farsi cacciare, si è fatto cacciare. Senza che l'iban ne risenta, chiaro. In queste ore - dopo l'annuncio ufficiale - a Londra stanno volando gli stracci. Ma non è questo il punto. Qui ci preme solo sottolineare quanto Antonio Conte abbia ribaltato il rapporto tra club e allenatore.
Quello che Conte va ripetendo da anni - prima alla Juve, poi all'Inter, quindi al Tottenham - è una sola cosa. Questa: non siete alla mia altezza. Lo dice apertamente, lo urla al mondo ad ogni piè sospinto. Ogni sua frase va in quella direzione. Da anni Conte a un certo punto si stanca, stacca la spina, costringe spalle al muro la società e urla: non siete alla mia altezza. Io sono qui per vincere, e voi mi ostacolate. Io ci sto provando, a fare di voi grandi squadre. Ma il problema è che voi non lo volete. Non mi meritate, non siete degni di limarmi le unghie.
Sembra surreale, no? Siamo da sempre abituati a società che puntano il dito sull'allenatore e lo mettono di fronte ai fallimenti, ultimo il Bayern Monaco con Nagelsmann. Il mondo del calcio va così da una vita. Poi arriva Conte e cambia tutto. Se lo osservate bene, mentre accusa quelli del Tottenham - giocatori, dirigenza - di non essere alla sua altezza; verrà facile notare una specie di disgusto acquattato tra le labbra, quasi una pena che il nostro prova per i club che l'hanno assunto.
Fermatevi a pensarci: non è forse straordinario? E noi stupidi che pensavamo che gli allenatori fossero i primi responsabili, proprio per il ruolo che ricoprono. Invece no. La colpa quando le cose buttano male, è sempre degli altri. Quegli stessi altri che tra un po' scrolleranno la rubrica dello smartphone, fermandosi alla C di Conte. Mister, ha voglia di venire da noi? Certo, la riempiamo d'oro. Sì sì, altro che ristorante da dieci euro. E allora Mister, viene? Si figuri, certo, quando vuole cominci pure a farci sentire delle nullità, ci dica che non valiamo niente e che non siamo alla sua altezza: non vediamo l'ora, ha deciso Mister, che fa, accetta?