Conoscete davvero Mino Raiola? Forse non sapete che...
Marco Pasqua scrive:
Risulta impossibile parlare di Mino Raiola senza ricorrere alle parole del numero 1 dei calciatori attualmente presenti nella sua scuderia: Zlatan Ibrahimovic.
In "Io Ibra" il campione svedese racconta diversi episodi del suo rapporto professionale che hanno coinvolto anche l'arcinoto agente nato a Nocera Inferiore e cresciuto ad Haarlem in olanda.
Tra questi ve n'è uno particolarmente divertente che descrive l'uomo Raiola.
Zlatan Ibrahimovic è da 1 anno alla Juventus. Mino Raiola ha già contattato l'allora capo della dirigenza sportiva juventina Luciano Moggi per ottenere un rinnovo del contratto del suo assistito a condizioni economiche migliori rispetto alle precedenti.
"Avevo con me Mino, e Mino non è precisamente uno che s’inchina.
È matto come un cavallo. Entrò nell’ufficio di Moggi e andò a sedersi al suo posto con i piedi sulla scrivania, come se fosse a casa sua.
«Oh!» gli feci, «lui sarà qui a momenti, stai buono. Siediti qui con me.»
«Va’ a farti fottere e stattene tranquillo» mi rispose, e in realtà non mi aspettavo niente di diverso.
Mino è fatto così, ma ormai sapevo che a trattare è un genio. Un vero maestro. Eppure temevo che potesse rovinarmi le cose, e quasi mi sentii male quando Moggi entrò, con il suo sigaro e tutto il resto, e ruggì:
«Ma che cavolo ci fai, lì al mio posto?».
«Siediti e cominciamo a discutere.» Ovviamente Mino sapeva quel che faceva, si conoscevano bene, lui e Moggi."
Mino Raiola, che negli anni abbiamo conosciuto come uno dei procuratori più importanti del panorama calcistico mondiale, quinto nella speciale classifica che prova a stimare le entrate annuali dei vari procuratori, è esattamente un cavallo pazzo. Il cavallo pazzo che soffia la sedia nell'incontro con Moggi ma non solo. E' anche colui che, nel momento in cui Ibrahimovic non è ancora Ibrahimovic, lo incontra per aprire il rapporto di lavoro e lo affronta in questo modo:
"Sapete cosa fece, quel bastardo sfacciato? Tirò fuori quattro fogli formato A4 che aveva stampato da Internet, e sopra c’era una sfilza di nomi e di cifre, tipo: Christian Vieri ventisette partite, ventiquattro gol; Filippo Inzaghi venticinque partite, venti gol; David Trezeguet ventiquattro partite, venti gol. Per ultimo c’era il mio, Zlatan Ibrahimovi venticinque partite, cinque gol.
«Credi che possa venderti, con una statistica del genere?»
disse, e io pensai: “Che razza di aggressione è questa?”. Ma non mi scomposi.
«Se avessi fatto venti gol, anche mia madre sarebbe riuscita a vendermi» replicai, e allora lui...CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE E PER COMMENTARE