Concorrente rimase paralizzato dopo una caduta a ‘Ciao Darwin’: quattro persone rischiano il processo
Il caso suscitò fin da subito molto clamore mediatico, ed oggi, a distanza di 25 mesi, la Procura di Roma ha chiuso le indagini nei confronti di due dirigenti di RTI (Reti Televisive Italiane), società produttrice del rinomato programma TV in onda su Canale 5. L’accusa è pesantissima: lesioni gravissime e violazione delle leggi inerenti alla sicurezza sul lavoro. Tuttavia nel registro degli indagati figurano il nome di altre due persone, ovvero un dirigente della ‘Maxima’ e uno della ‘Sdl 2005’, società che hanno partecipato attivamente alla produzione del programma. Ora i quattro indagati rischiano di finire sotto processo, qualora entro un lasso di tempo pari a venti giorni non presentino una difesa che convinca gli inquirenti ad escluderli da ogni responsabilità sull’increscioso avvenimento.
Secondo quanto riportato dal ‘Corriere della Sera’, al vaglio del pm Alessia Mele, ci sarebbero i grossi rischi inerenti al gioco in questione. I concorrenti, tra cui lo sfortunato Gabriele Marchetti, dovevano saltare da un rullo all’altro fino ad arrivare ad un traguardo. Al di sotto di questi rulli poi, era presente una vasca d’acqua della profondità di un metro e nove centimetri con un fondo rigido, misura ritenuta dalla Procura insufficiente a garantire la totale sicurezza dei partecipanti al gioco.
A Sandro Costa - dirigente di RTI al momento dell’incidente - si contesta la mancanza delle necessarie misure di protezione per il signor Marchetti e per gli altri concorrenti. Il suo collega Massimo Porta è invece indagato per non aver fornito alla vittima il necessario addestramento, oltre a non aver ravvisato gli eventuali rischi e danni che il gioco potesse portare.
Sul registro degli indaganti compare anche il nome della dirigente di ‘Sdl 2005’, Giuliana Giovannotti, per non essersi accertata dell’idoneità del Marchetti a sostenere la prova. Infine il dirigente della società ‘Maxima’, Massimiliano Martinelli, è accusato di aver progettato una struttura non adeguata ai parametri di sicurezza.
Il gioco del ‘Genodrome’ ha infatti da sempre diviso anche i telespettatori: nonostante le cadute in acqua fossero quasi un habitué del programma nel corso degli anni, la sensazione più comune è quella che i partecipanti andassero incontro a seri rischi per il loro fisico. Alla fine un momento di svago e di normalità si è però trasformato in tragedia, mettendo a dura prova la vita di un uomo, che dall’alto della sua innocenza, voleva soltanto divertirsi e cimentarsi in una ‘sana’ competizione.