Redazione Calciomercato
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Conceiçao e Joao Felix avvisano Leao: non è più intoccabile, ora sta a lui tenersi stretto il Milan
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Il refrain è sempre lo stesso da mesi – per non dire da anni – a cambiare è soltanto uno dei due interpreti della canzone, ossia l'allenatore, mentre l'altro soggetto – il diretto interessato – lo si conosce da tempo: Rafael Leao. Ne hanno parlato in tanti, ne hanno parlato tutti e pure Sergio Conceiçao non poteva esimersi dal pronunciare una frase che ormai in casa Milan è divenuto un mantra: “Leao può dare di più, deve fare meglio. Deve capire che gioca in una squadra e deve lavorare con e senza palla”. Cose note e risapute, che lo stesso calciatore ha imparato a sentirsi dire e, parzialmente, pure a recepire e mettere in pratica, ma che assumono chiaramente tutta un'altra valenza in un preciso momento storico in cui il calciomercato appena conclusosi ha cambiato il volto della squadra rossonera. E il primo impatto degli ultimi arrivati è stato subito dirompente, lasciando al pubblico di San Siro e non solo la sensazione di aver avvertito una prima ventata di novità.
MILAN, CHI DEI NUOVI ACQUISTI RESTA FUORI DALLA CHAMPIONS?
Sin dal suo primo giorno a Milanello, Conceiçao si è battuto per provare ad importare nuove regole, nuovi concetti ma principalmente un'idea diversa di mentalità all'interno di una squadra che, da ormai tre anni a questa parte, vive di pericolosissimi saliscendi che non sono quasi mai, nel calcio di alto livello, forieri di grandi risultati. E, circostanza tutt'altro che banale, ha preso di petto ogni singola questione nel tentativo di estirpare consolidate e cattive abitudini appartenenti al passato. La cosa più complicata in un qualsiasi ambiente di lavoro è ridefinire parametri ed equilibri e rimettere in discussione gerarchie che apparivano consolidate: una squadra di calcio non fa eccezione e il Milan post-Pioli ha dimostrato, complici scelte tecniche non sempre felicissime, di non avere alternative ai “titolari fissi” in grado di scalfirne l'intoccabilità.
MONCADA RIVELA IL FUTURO DI JOAO FELIX
Una circostanza che alla lunga finisce per non essere un bene, a meno che dentro di te non ci sia una feroce determinazione nel rimetterti in discussione ogni giorno e porti nuovi limiti individuali da superare. Non esattamente il prototipo del calciatore moderno, in generale, a cui non sfugge l'immagine data negli ultimi tempi dai giocatori del Milan. L'arrivo di due nuovi attaccanti nella sua posizione, uno predisposto anche al sacrificio come Riccardo Sottil ma soprattutto un innesto della qualità purissima di Joao Felix, ci autorizzano legittimamente a porci delle domande di cosa possa cambiare per Rafa Leao. Da un certo punto di vista, il numero 10 rossonero non può che benedire l'arrivo di un giocatore che parli la sua stessa lingua, in tutti i sensi, e che alimenti la sensazione di competitività della squadra. Ma che al tempo stesso, per le caratteristiche e la duttilità di cui è in possesso e per la dichiarata volontà di Conceiçao di convertire nel futuro l'attuale 4-3-3 in un 4-4-2, rappresenta una seria minaccia alla sua indiscussa presenza sul campo di gioco.
LEAO, IL RETROSCENA SUL MERCATO DI GENNAIO
Mai come in questo momento Rafa Leao è chiamato a dare un segnale importante e più concreto di quanto, in fondo, si è iniziato ad intravedere durante la gestione tecnica di Paulo Fonseca: abbandonare la confort zone rappresentata dalla occupazione esclusiva della corsia mancina per partecipare al gioco, sia in fase offensiva che di non possesso, in una posizione più da seconda punta. Una naturale evoluzione per un calciatore delle sue qualità, un necessario adattamento indotto forse dallo “spirito di sopravvivenza”. Perché, per quanto sia vero che ad oggi Joao Felix è un'affascinante scommessa da 6 mesi e niente più, lo diciamo con un po' di anticipo: non si sottovalutino i possibili effetti della presenza sullo sfondo di una figura influente in questi ultimi tempi – forse destinata ad esserlo sempre più in futuro – come Jorge Mendes. Che a Rafa Leao è sempre stato legato da un rapporto particolare, anche se attualmente non riferibile a procure o rappresentanze di alcun genere. Lo scorso 3 febbraio, nel mezzo dei rumors su un ritorno di fiamma dei club arabi, è scaduto anche il mandato che il potente agente portoghese aveva a cedere il suo connazionale. Il contratto rinnovato nel giugno 2023, con scadenza 2028, è l'unico dato certo ad oggi, ma che da solo non basta a mettere al riparo i protagonisti di questa storia da possibili sorprese. Il messaggio di Conceiçao è il solito refrain, ma la musica questa volta potrebbe davvero cambiare: dipende tutto da Leao.
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MILAN, CHI DEI NUOVI ACQUISTI RESTA FUORI DALLA CHAMPIONS?
Sin dal suo primo giorno a Milanello, Conceiçao si è battuto per provare ad importare nuove regole, nuovi concetti ma principalmente un'idea diversa di mentalità all'interno di una squadra che, da ormai tre anni a questa parte, vive di pericolosissimi saliscendi che non sono quasi mai, nel calcio di alto livello, forieri di grandi risultati. E, circostanza tutt'altro che banale, ha preso di petto ogni singola questione nel tentativo di estirpare consolidate e cattive abitudini appartenenti al passato. La cosa più complicata in un qualsiasi ambiente di lavoro è ridefinire parametri ed equilibri e rimettere in discussione gerarchie che apparivano consolidate: una squadra di calcio non fa eccezione e il Milan post-Pioli ha dimostrato, complici scelte tecniche non sempre felicissime, di non avere alternative ai “titolari fissi” in grado di scalfirne l'intoccabilità.
MONCADA RIVELA IL FUTURO DI JOAO FELIX
Una circostanza che alla lunga finisce per non essere un bene, a meno che dentro di te non ci sia una feroce determinazione nel rimetterti in discussione ogni giorno e porti nuovi limiti individuali da superare. Non esattamente il prototipo del calciatore moderno, in generale, a cui non sfugge l'immagine data negli ultimi tempi dai giocatori del Milan. L'arrivo di due nuovi attaccanti nella sua posizione, uno predisposto anche al sacrificio come Riccardo Sottil ma soprattutto un innesto della qualità purissima di Joao Felix, ci autorizzano legittimamente a porci delle domande di cosa possa cambiare per Rafa Leao. Da un certo punto di vista, il numero 10 rossonero non può che benedire l'arrivo di un giocatore che parli la sua stessa lingua, in tutti i sensi, e che alimenti la sensazione di competitività della squadra. Ma che al tempo stesso, per le caratteristiche e la duttilità di cui è in possesso e per la dichiarata volontà di Conceiçao di convertire nel futuro l'attuale 4-3-3 in un 4-4-2, rappresenta una seria minaccia alla sua indiscussa presenza sul campo di gioco.
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Mai come in questo momento Rafa Leao è chiamato a dare un segnale importante e più concreto di quanto, in fondo, si è iniziato ad intravedere durante la gestione tecnica di Paulo Fonseca: abbandonare la confort zone rappresentata dalla occupazione esclusiva della corsia mancina per partecipare al gioco, sia in fase offensiva che di non possesso, in una posizione più da seconda punta. Una naturale evoluzione per un calciatore delle sue qualità, un necessario adattamento indotto forse dallo “spirito di sopravvivenza”. Perché, per quanto sia vero che ad oggi Joao Felix è un'affascinante scommessa da 6 mesi e niente più, lo diciamo con un po' di anticipo: non si sottovalutino i possibili effetti della presenza sullo sfondo di una figura influente in questi ultimi tempi – forse destinata ad esserlo sempre più in futuro – come Jorge Mendes. Che a Rafa Leao è sempre stato legato da un rapporto particolare, anche se attualmente non riferibile a procure o rappresentanze di alcun genere. Lo scorso 3 febbraio, nel mezzo dei rumors su un ritorno di fiamma dei club arabi, è scaduto anche il mandato che il potente agente portoghese aveva a cedere il suo connazionale. Il contratto rinnovato nel giugno 2023, con scadenza 2028, è l'unico dato certo ad oggi, ma che da solo non basta a mettere al riparo i protagonisti di questa storia da possibili sorprese. Il messaggio di Conceiçao è il solito refrain, ma la musica questa volta potrebbe davvero cambiare: dipende tutto da Leao.
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Commenti
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Ma in che modulo Joao potrebbe prendere il posto di Leao?