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    Con Retegui e Tonali trascinatore l'Italia ha davvero svoltato. L'Europeo è un rimpianto, ma Spalletti è da applausi

    Con Retegui e Tonali trascinatore l'Italia ha davvero svoltato. L'Europeo è un rimpianto, ma Spalletti è da applausi

    • Sandro Sabatini
    Forse non si doveva giocare. È il dubbio, anche qualcosa più di un semplice “dubbio”, sollevato dall’onorevole Mauro Berruto, ex ct dell’Italvolley, attraverso un dettagliato tweet su “X”. Opinione politica? Non solo. Semmai umanitaria. Quindi rispettabile senza però prescindere da considerazioni che sono superiori al giornalismo sportivo. E non allo sport, intendiamoci. Però ad ognuno il suo mestiere, anche se la condivisione della speranza di pace non ha perimetri imposti da schieramenti preconcetti. Voltiamo pagina, come si dice in queste occasioni, pur con il disagio di una partita di calcio che si è giocata a poche ore da una manifestazione di piazza e in uno stadio superblindato per motivi di sicurezza, con la regia televisiva che alla colonna sonora degli inni è stata fin troppo scrupolosa per evitare inquadrature che avrebbero magari suggerito commenti extracalcio.

    Voltiamo pagina, comunque, proprio come l’Italia di Spalletti ha fatto all’indomani dell’Europeo. Vale lo stesso discorso avviato fin dalla sorprendente vittoria sulla Francia di un mese fa: tutto molto bello adesso, ma molto brutto ripensando a come e perché abbiamo buttato via l’Europeo. Non eravamo certo i più forti. Per esempio, con la Spagna non c’era gara. Però non eravamo neppure inguardabili come siamo apparsi contro Croazia, Svizzera e - a ripensarci - perfino nella partita inaugurale con l’Albania. Acqua passata.

    Acqua fresca disseta invece la sete di gioco e risultati in questa nuova Italia che, rispetto all’estate, ha in Tonali un trascinatore che era davvero mancato tanto. Troppo. Intanto, Retegui è cresciuto a dismisura. Di Lorenzo è tornato lui, come l’altro “di”, cioè DiMarco. Insieme a loro, Cambiaso continua a migliorarsi e chi si trova non esattamente a proprio agio è Fagioli, limitatamente al primo tempo. Gli altri se la giocano con serenità, perfino allegria.

    Tutto il contrario della nazionale stanca, confusa, svogliata e stressata dell’Europeo. Così ritrova il sorriso anche Spalletti, e se lo merita, insieme agli applausi per come aveva presentato Italia-Israele alla vigilia: che sia occasione per inviare un piccolo messaggio di pace attraverso lo sport. Ad altri, più competenti, la risposta se l’appello del ct sia andato a segno o meno. L’impressione, sinceramente, è che questa partita non abbia fatto male. A nessuno. Nemmeno a quelli che, con opinione considerevole, l’avevano auspicata da non giocare.

    Ha giocato per la prima volta in maglia azzurra Daniel Maldini. L’ha fatto davanti agli occhi a cuoricino dei genitori, nello stesso stadio dove papà Paolo aveva debuttato con il Milan, nel lontano 1985. Che belle storie regala lo sport…

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