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    Finisce l'era Galliani: da van Basten a Sosa, la picchiata del Condor

    Finisce l'era Galliani: da van Basten a Sosa, la picchiata del Condor

    • Federico Albrizio
    Gli 85 milioni di euro versati ieri da Sino-Europe nelle casse di Fininvest segnano un punto di svolta importante nella storia del Milan: i nuovi investitori cinesi fanno sul serio e non hanno intenzione di tirarsi indietro, nel giro di prossimi due mesi il club rossonero cambierà proprietà e con essa la dirigenza. L'arrivo di Marco Fassone, che è già al lavoro per costituire il nuovo management e si insedierà come amministratore delegato al momento del closing, salvo imprevisti porterà con sé addio di Adriano Galliani, che aveva già anticipato questo tipo di soluzione il giorno della presentazione di Montella: "Certamente rimarrò amministratore delegato del Milan in ogni caso fino al closing. Quando sarà avvenuto questo passaggio valuteremo cosa fare". 30 nella realtà rossonera vissuta in ogni sfaccettatura, dalle iniziali funzioni prettamente amministrative a quelle più legate al mercato: proprio quest'ultimo punto ha regalato grandi elogi e grandi critiche a Galliani, soprattutto nell'ultimo decennio.

    DA VAN BASTEN... - L'ingresso nel mondo del calciomercato di Galliani avviene quasi in punta di piedi, la sua figura viene in parte oscurata dal presenzialismo del neo-presidente Berlusconi ma i colpi messi a segno sono di quelli importantissimi: da Donadoni a Rijkaard, passando per Gullit, van Basten e Ancelotti, Galliani con l'ausilio di Ariedo Braida riesce a sfruttare a pieno la grande disponibilità economica messa a disposizione dal patron rossonero e regala a Sacchi una squadra formidabile, ripetendosi poi dopo anche nella gestione Capello con altri grandi colpi quali Savicevic e Boban. Il vero banco di prova arriva dal '94 in poi, quando l'inizio della carriera politica di Berlusconi coincide con l'allontanamento dello stesso dal Milan e dunque il trasferimento di pieni poteri a Galliani. Passa qualche anno di assestamento, con acquisti importanti come Weah, Baggio e Bierhoff alternati a molti passaggi a vuoto, si vedano Bogarde, Kluivert o Reiziger per citarne alcuni, poi la quadra viene trovata ed ecco il vero momento d'oro della coppia Galliani-Braida: a cavallo tra la fine degli anni '90 e il nuovo millennio il Milan crea un nuovo ciclo che tra il 2003 e il 2007 porta le ultime due Champions League della gestione Berlusconi: sono gli anni di Shevchenko, Nesta, Seedorf, Pirlo, Inzaghi e Kakà, acquisti di primo piano non solo a livello economico ma soprattutto a livello tecnico, funzionali al progetto di Ancelotti che con una squadra completata da veterani affidabili (il capitano Maldini, Cafu a parametro zero dalla Roma) vince tutto.

    ... A SOSA - Da qui inizia però la parabola discendente della carriera da operatore di mercato di Galliani, complice anche la decisione di Fininvest di limitare drasticamente i fondi a disposizione del Milan, vera e propria emorragia economica per la holding di Berlusconi costretta a ripianare ogni anno milioni e milioni di passivi. C'è spazio per qualche ultima fiammata, su tutti gli arrivi di Thiago Silva prima e di Ibrahimovic poi che regalano l'ultimo scudetto del 2011, ma in generale il mercato dei rossoneri si distingue soprattutto per le 'dolorose' cessioni: era toccato a Shevchenko già nel 2006, è il turno poi di Kakà al Real Madrid nel 2009 e di Ibrahimovic-Thiago Silva al PSG nel 2012. I fondi per gli acquisti sono ridotti all'osso (se si escludono gli oltre 90 milioni di euro investiti la scorsa estate viziati però dalla trattiva con Mr. Bee per la cessione della società) e così da mercati funzionali alle necessità degli allenatori si passa a mercati funzionali ai conti, basati fondamentalmente sulle occasioni e sugli stretti rapporti con procuratori e dirigenti 'amici' (soprattutto dopo l'addio di Braida a dicembre 2013): il deludente Kakà-bis, Torres, Matri per citarne alcuni, fino ad arrivare all'ultimo José Sosa, un investimento da 7,5 milioni di euro che ha scatenato la feroce protesta dei tifosi. Negli anni poi Galliani si era conquistato il nomignolo di Condor per l'abilità nel portare al Milan negl ultimi giorni di mercato rinforzi importanti a condizioni estremamente vantaggiose, sfruttando la necessità di altri club di cedere esuberi: anche questa peculiarità è tuttavia venuta meno con il passare del tempo, il solo Bonaventura due estati fa può essere annoverato in questo conteggio, non Mati Fernandez arrivato in extremis dalla Fiorentina in questa sessione di mercato. Dai van Basten e Gullit, ai Shevchenko e ai Nesta fino ad arrivare a Sosa e a Mati Fernandez (senza nulla togliere a questi due giocatori, con la speranza dei tifosi rossoneri che sul campo possano smentire lo scetticismo che accompagna i loro acquisti): l'avventura di Galliani al Milan si avvia così a un epilogo che non rende giustizia alla sua storia, che dopo trent'anni di gioie (tante) e dolori (decisamente meno) meritava un finale diverso.

    Twitter: @Albri_Fede90

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