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Comune di Milano: "Inter e Milan valutano l'acquisto di San Siro". Ma i club precisano: ogni ipotesi è aperta
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Colpo di scena dietro l’angolo? Milan e Inter, impegnate rispettivamente nel progetto di realizzazione di un nuovo stadio di proprietà a San Donato Milanese e Rozzano, starebbero valutando l’ipotesi di acquisire il “Giuseppe Meazza”. A riferirlo in una nota ufficiale è il Comune di Milano: “Le società, assieme a un team di advisor tecnici e legali, stanno valutando gli aspetti tecnici e finanziari, prendendo in considerazione ipotesi relative all’acquisto o al diritto di superficie dello stadio e delle aree di pertinenza”. La comunicazione proveniente da Palazzo Marino aggiunge successivamente: “È previsto un incontro tra l’Amministrazione comunale e le squadre nella seconda settimana di settembre”.
QUALCOSA NON TORNA - Lo scenario reso noto dall'amministrazione guidata da Beppe Sala andrebbe a contraddire in maniera netta i continui aggiornamenti sugli sviluppi del progetto San Donato per il club rossonero - col primo cittadino Squeri che solo un paio di giorni fa rispondeva al magazine "Settegiorni" in maniera rassicurante in merito all'avanzamento del progetto - e le freschissime parole su Rozzano del presidente nerazzurro Beppe Marotta. "Ci manca una casa. Oggi abbiamo San Siro che condividiamo con un’altra squadra, ma uno spazio tutto nostro rafforzerebbe quel grande senso di appartenenza che è caratteristica importante nella vita di una società di calcio. Stiamo facendo di tutto per realizzare questo sogno che è nostro come dei tifosi. Combattiamo con la burocrazia italiana che dilata i tempi. Una cittadella sarebbe una bella cosa. Purtroppo non è facile da realizzare, ma almeno uno stadio sarebbe indispensabile. Per il progetto di Rozzano ragioniamo su 70 mila posti", ha detto il numero uno dell'Inter nell'intervista concessa a Sette.
LA PRECISAZIONE - A stretto giro di posta è arrivata tuttavia una presa di posizione da parte di Inter e Milan che, come ricostruisce Calcio e Finanza, non si precludono la possibilità di portare avanti in parallelo le rispettive idee su un impianto di proprietà tutto loro. Le due società rilevano infatti come, all'interno della lettera fatta pervenire in Comune, sia stato evidenziato questo aspetto e non hanno nascosto il loro disappunto per il "taglio" che sarebbe stato operato nella nota diffusa alla stampa da Palazzo Marino. In vista di valutazioni tecniche e finanziarie molto approfondite e non di brevissima durata, Inter e Milan hanno chiesto un appuntamento per metà settembre per fare il punto della situazione sulle ipotesi attualmente al vaglio: l’acquisto delle aree per lo sviluppo del nuovo stadio, oppure l’acquisto delle aree per la riqualificazione di San Siro oppure ancora l’acquisto di San Siro con una concessione in diritto di superficie a lungo termine delle altre aree per l’ipotesi di riqualificazione.
SALTA LA RISTRUTTURAZIONE? - Prima della nota diffusa dal Comune di Milano, le uniche valutazioni tuttora in corso da parte di Inter e Milan su San Siro sono quelle relative al progetto di ristrutturazione light promosso da WeBuild, un'opera da 350 milioni di euro che in caso di ok delle società partirebbe da gennaio 2025 e avrebbe una durata di 4 anni. Un piano che permetterebbe alle due squadre di continuare a giocare nel periodo previsto per completare i lavori e che, ipoteticamente, impedirebbe l'organizzazione di altre manifestazioni al di fuori degli appuntamenti calcistici. Quindi stop ai concerti e ad eventi simili, ad eccezione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina, prevista per il 6 febbraio 2026. Uno scenario di fronte al quale sia gli impresari del mondo della musica che hanno già sottoscritto contratti per l'organizzazione di eventi nei prossimi anni sia alcuni esponenti del Consiglio Comunale si sono opposti fermamente. L'improvvisa irruzione sulla scena dell'eventualità dell'acquisto definitivo di San Siro per lo sfruttamento in particolare delle zone adiacenti a fini commerciali farebbe chiaramente venire meno il piano B prospettato da WeBuild.
IL PUNTO SU SAN DONATO - Nelle stesse ore in cui il Comune di Milano informa sulla possibilità di trattenere Inter e Milan a San Siro, il quotidiano Il Cittadino riferisce come parallelamente prosegua spedito l'iter del club rossonero per la realizzazione del suo impianto personale a San Donato. Dopo l'adesione all'Accordo di Programma di Comune di San Donato, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Ferrovie dello Stato, una prima opera di bonifica nella zona individuata, l'area San Francesco, è stata già effettuata e per settembre/ottobre sarebbe previsto l'inizio del dibattito pubblico e contestualmente prenderebbero il via i lavori di recintazione dell'intera area per impedire l'accesso a persone estranee a quelle addette alle opere.
IL PUNTO SU ROZZANO - Conclusa l'esperienza alla guida dell'Inter della famiglia Zhang e del gruppo Suning, a cui è subentrato il fondo Oaktree, le interlocuzioni con l'amministrazione del comune di Rozzano hanno subito un rallentamento. Ciononostante, lo scorso aprile veniva prolungato fino a gennaio 2025 l'accordo di esclusività sui terreni individuati per un impianto che, sulla falsariga di quello immaginato dal Milan a San Donato, avrebbe una capienza di 70.000 posti. Un'area di proprietà della famiglia Cabassi e che andrebbe a collocarsi a cavallo tra Rozzano e la limitrofa Assago.
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QUALCOSA NON TORNA - Lo scenario reso noto dall'amministrazione guidata da Beppe Sala andrebbe a contraddire in maniera netta i continui aggiornamenti sugli sviluppi del progetto San Donato per il club rossonero - col primo cittadino Squeri che solo un paio di giorni fa rispondeva al magazine "Settegiorni" in maniera rassicurante in merito all'avanzamento del progetto - e le freschissime parole su Rozzano del presidente nerazzurro Beppe Marotta. "Ci manca una casa. Oggi abbiamo San Siro che condividiamo con un’altra squadra, ma uno spazio tutto nostro rafforzerebbe quel grande senso di appartenenza che è caratteristica importante nella vita di una società di calcio. Stiamo facendo di tutto per realizzare questo sogno che è nostro come dei tifosi. Combattiamo con la burocrazia italiana che dilata i tempi. Una cittadella sarebbe una bella cosa. Purtroppo non è facile da realizzare, ma almeno uno stadio sarebbe indispensabile. Per il progetto di Rozzano ragioniamo su 70 mila posti", ha detto il numero uno dell'Inter nell'intervista concessa a Sette.
LA PRECISAZIONE - A stretto giro di posta è arrivata tuttavia una presa di posizione da parte di Inter e Milan che, come ricostruisce Calcio e Finanza, non si precludono la possibilità di portare avanti in parallelo le rispettive idee su un impianto di proprietà tutto loro. Le due società rilevano infatti come, all'interno della lettera fatta pervenire in Comune, sia stato evidenziato questo aspetto e non hanno nascosto il loro disappunto per il "taglio" che sarebbe stato operato nella nota diffusa alla stampa da Palazzo Marino. In vista di valutazioni tecniche e finanziarie molto approfondite e non di brevissima durata, Inter e Milan hanno chiesto un appuntamento per metà settembre per fare il punto della situazione sulle ipotesi attualmente al vaglio: l’acquisto delle aree per lo sviluppo del nuovo stadio, oppure l’acquisto delle aree per la riqualificazione di San Siro oppure ancora l’acquisto di San Siro con una concessione in diritto di superficie a lungo termine delle altre aree per l’ipotesi di riqualificazione.
SALTA LA RISTRUTTURAZIONE? - Prima della nota diffusa dal Comune di Milano, le uniche valutazioni tuttora in corso da parte di Inter e Milan su San Siro sono quelle relative al progetto di ristrutturazione light promosso da WeBuild, un'opera da 350 milioni di euro che in caso di ok delle società partirebbe da gennaio 2025 e avrebbe una durata di 4 anni. Un piano che permetterebbe alle due squadre di continuare a giocare nel periodo previsto per completare i lavori e che, ipoteticamente, impedirebbe l'organizzazione di altre manifestazioni al di fuori degli appuntamenti calcistici. Quindi stop ai concerti e ad eventi simili, ad eccezione della cerimonia di apertura dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina, prevista per il 6 febbraio 2026. Uno scenario di fronte al quale sia gli impresari del mondo della musica che hanno già sottoscritto contratti per l'organizzazione di eventi nei prossimi anni sia alcuni esponenti del Consiglio Comunale si sono opposti fermamente. L'improvvisa irruzione sulla scena dell'eventualità dell'acquisto definitivo di San Siro per lo sfruttamento in particolare delle zone adiacenti a fini commerciali farebbe chiaramente venire meno il piano B prospettato da WeBuild.
IL PUNTO SU SAN DONATO - Nelle stesse ore in cui il Comune di Milano informa sulla possibilità di trattenere Inter e Milan a San Siro, il quotidiano Il Cittadino riferisce come parallelamente prosegua spedito l'iter del club rossonero per la realizzazione del suo impianto personale a San Donato. Dopo l'adesione all'Accordo di Programma di Comune di San Donato, Regione Lombardia, Città Metropolitana di Milano e Ferrovie dello Stato, una prima opera di bonifica nella zona individuata, l'area San Francesco, è stata già effettuata e per settembre/ottobre sarebbe previsto l'inizio del dibattito pubblico e contestualmente prenderebbero il via i lavori di recintazione dell'intera area per impedire l'accesso a persone estranee a quelle addette alle opere.
IL PUNTO SU ROZZANO - Conclusa l'esperienza alla guida dell'Inter della famiglia Zhang e del gruppo Suning, a cui è subentrato il fondo Oaktree, le interlocuzioni con l'amministrazione del comune di Rozzano hanno subito un rallentamento. Ciononostante, lo scorso aprile veniva prolungato fino a gennaio 2025 l'accordo di esclusività sui terreni individuati per un impianto che, sulla falsariga di quello immaginato dal Milan a San Donato, avrebbe una capienza di 70.000 posti. Un'area di proprietà della famiglia Cabassi e che andrebbe a collocarsi a cavallo tra Rozzano e la limitrofa Assago.
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