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    Competenza, fame e plusvalenze vere: perché la Juve pensa a Giuntoli per il nuovo corso

    Competenza, fame e plusvalenze vere: perché la Juve pensa a Giuntoli per il nuovo corso

    • FT
    Uno l’ha messa nei guai, l’altro è il preferito per tirarcela fuori: Paratici e Giuntoli, attuali dirigenti di Tottenham e Napoli, sono legati alla Juventus dall’attualità del mercato. La mente vola con estrema facilità a quando i due si conobbero per caso, alla stazione di Firenze, con pochi soldi in tasca e tante idee in testa. Nei guai, la Juve, c’è davvero: l’attuale ds Cherubini, spalle al muro, sta rivelando via via tutte le operazioni avallate da Paratici che si sono poi dimostrate deleterie per le casse e per la credibilità della Vecchia Signora. Nel frattempo, Giuntoli ha condotto un mercato estivo semplicemente fenomenale, a onor del vero il capolavoro che viene dopo tante sessioni esemplari, lanciando il Napoli verso un 2023 da vera e propria squadra da battere.
     
    IN CIMA ALLA LISTA – Naturale, dunque, che il preferito sia lui. Si è dimostrato il migliore, punto. Ed è dal meglio che la Juventus vorrebbe ripartire. Ci sarà da trattare, De Laurentiis si dimostrerà senz’altro un osso duro, come fa per i giocatori che gli porta il suo ds. Ma in cima ai motivi che spingono la società torinese a farsi avanti c’è proprio la capacità dell’uomo mercato toscano di tirar fuori il massimo dal budget messo a disposizione, qualunque esso sia. 5 milioni, 50 milioni, 100 milioni: Giuntoli batte qualsiasi mercato, come per esempio quello georgiano sconosciuto ai più distratti, e non si fa problemi a portare un centrale coreano dal campionato turco per sostituire Koulibaly, se le qualità ci sono.
     
    SERVE PRUDENZA – La bufera che si è scatenata sulla Juventus, oggetto di inchiesta per via delle varie manovre su stipendi e plusvalenze e le accuse di aggiotaggio, costringerà la nuova società – il vecchio CdA si è infatti dimesso in tronco – a operare in regime di “accentuata prudenza”, su tutti i fronti. Niente colpi a effetto, quindi, almeno finché non si calmeranno le acque. Ecco allora che un manager in grado di portare il Carpi dalla Serie D alla Serie A in sei anni con liquidità irrisorie e uno scouting di altissimo livello è l’ideale in questa situazione. “Li scelgo grossi e pesanti, oppure piccoli e agili: in un’orchestra servono i tromboni e i violini. Ma soprattutto li scelgo affamati. Chi più della gioventù che gioca nelle serie inferiori può esserlo? La nostra parola d’ordine è sacrificio”. Lasagna, Mbakogu, Gagliolo, presi a poco o nulla e trasformati in protagonisti della massima serie. Tutto un programma, forse un po’ fuori dal DNA Juve, ma l’ultimo personaggio che era stato inquadrato al di fuori della juventinità, Maurizio Sarri, è anche l’ultimo che ha portato uno scudetto a Torino. E non a caso, Sarri e Giuntoli hanno animato l’ultimo Napoli veramente spettacolare prima di quello di quest’anno, battuto solo dalla Juve. Proprio lei.
     
    PLUSVALENZE, QUELLE VERE – Kvaratskhelia che rischia di decuplicare il suo valore in un anno è solo l’esempio più fulgido delle capacità di Giuntoli in sede di mercato: basta dare un’occhiata alle impennate dei valori di Kim, Simeone, Raspadori, la crescita di Zerbin, la cessione di Fabian Ruiz tamponata con l’arretramento di Zielinski e assorbita dal lancio di Lobotka come perno della manovra. Plusvalenze vere, frutto di lavoro e competenza, e non fittizie. La sinergia con l’allenatore è fondamentale, e pare proprio che il rapporto con Spalletti sia idilliaco. Chissà se l’altro toscano, Allegri, che Giuntoli troverebbe in bianconero, sarebbe altrettanto compatibile. A questo si possono ricondurre le voci che vogliono il ds del Sassuolo Rossi tra le alternative, proprio per via del legame con Allegri costruito negli anni in neroverde (dell'Aglianese prima, del Sassuolo poi) del tecnico livornese. Nulla, insomma, può essere lasciato al caso.
     

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