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    Come per lo scudetto: Milan nel segno di Leao. E ora misuriamo le ambizioni di RedBird

    Come per lo scudetto: Milan nel segno di Leao. E ora misuriamo le ambizioni di RedBird

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    Leao, e chi sennò? Stavolta segna, addirittura due volte, la prima addirittura di testa (seconda in Serie A, entrambe al Lecce) e firma in proprio la vittoria che tiene l’Inter dietro in classifica e rimette la Lazio nel mirino, anche se ancora 5 punti avanti. Lo facciano altri il turnover, che è meglio. Alla fine deve averlo capito anche Pioli, che infatti dopo avere sacrificato 4 punti sull’altare di Champions, contro Empoli e Bologna, stavolta parte con i forti e finisce con gli altri, chiamati a conservare ciò che Leao aveva costruito.

    Gran segnale per il Milan un Leao in queste condizioni. Siamo ai livelli del giocatore scudetto e forse anche di più, visto che adesso anche segna e i gol in campionato sono infatti già 12: senza rigori, solo Osimhen e Lautaro Martinez ne hanno fatti più di lui. Leao è campione, talento puro che forse non ha ancora capito quanto è forte. Come non l’ha capito Pioli, che l’ha lasciato in panchina contro Sassuolo e Inter, forse i punti più bassi della stagione rossonera. Ma del resto, quando - già prima della sosta - il Milan è andato sotto col Torino, la mossa per la rimonta era stata sostituire il portoghese all’intervallo.

    Sarà da come finirà la questione contratto che si misureranno le ambizioni di RedBird. Chi ha Leao, se lo tiene. Chi non lo ha, cercherà di comprarlo. E lì Cardinale dovrà dimostrare di non tenere solo allo stadio e al centro commerciale. Un bel test per una proprietà ancora tutta da valutare e scoprire.

    Non un gran Milan, sia detto subito. La prima palla gol è del Lecce e Maignan ringrazi lo sciagurato Banda, che di testa centra un palo, più difficile di un gol. Kalulu dormiente, e non è l’unica occasione del pomeriggio. Il francesino, per capirci, non è ancora quello dello scudetto. Il Milan tiene palla e punge solo quando Leao riesce ad allungarsi sulla fascia. C’è un mezzo rigore, col portoghese che innesca Theo Hernandez, dato da Chiffi e poi tolto dal Var: sinceramente, a noi restano i dubbi per l’intervento spazzatutto di Baschirotto, ma avrà certamente ragione l’arbitro.

    Il gol poco prima dell’intervallo semplifica la pratica al Milan, che nella ripresa ha più spazi e più occasioni. Il raddoppio è un contropiede con tiro che centra la porta, più preciso che forte, mentre un altro paio di gol evaporano perché Leao calcia in modo maldestro. La cronaca è scarna, ma non per nostre particolari omissioni. Gli altri attaccanti del Milan fanno poco, quasi niente. Non Rebic che gioca tutta la partita, non Origi che rileva proprio Leao, non De Ketelaere, che nemmeno stavolta si iscrive all’evento. Maturerà dicono, e in effetti poiché maturano anche le nespole prima o poi si capirà se e quanto vale il giovane belga.
    @GianniVisnadi
     

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