Da una squadra con voglia di perdere alla testa alta: Juventus spartiacque, come Conceicao sta cambiando il Milan
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E in questo scenario, post esonero di Paulo Fonseca, che il Milan del neo allenatore Sergio Conceicao si appresta a sfidare la Juventus di Thiago Motta, nella seconda semifinale della Supercoppa Italiana che è pronta ad andare in scena in quel di Riyad, in Arabia Saudita. Il tecnico portoghese ha di fronte a sé una missione chiara: cercare la chiave con la quale aprire la porta di questo Milan e permettergli di tornare competitivo e dominante in Italia e in Europa. Non proprio il più semplice degli obiettivi per il nuovo demiurgo rossonero, ma sicuramente un traguardo che, per motivi di carattere sia economico che sportivo, è fondamentale tagliare entro il termine della stagione.
Conceicao, tuttavia, non è sicuramente un personaggio che si fa intimorire da contesti di questo calibro. È chiaro come l’ambiente abbia risentito dell’esonero di Fonseca, complice anche una sensazione di suddivisione e spartizione delle colpe per un’annata che non sta procedendo secondo le aspettative fissate in estate. Ma il calcio, come la vita, ti può regalare una seconda chance, un’occasione che il Milan non può e non deve gettare al vento. Il tempo è fugace, dicevamo, e ancor meno di tempo ne ha avuto a disposizione l’ex Porto per conoscere la squadra e cominciare a diffondere il verbo del proprio calcio. Ma per quanto queste ore possano essere state minime, la furbizia e l’intelligenza di un allenatore è sapere a dovere come sfruttare queste finestre temporali. E c’è da dire che Conceicao, col suo fare un po’ Contesco e un po’ Allegriano – passateci i termini -, di tempo non ne ha perso nemmeno un secondo.
Basti guardare la sua prima giornata da guida tecnica del Milan. L’annuncio ufficiale del club è arrivato ancora prima che il lusitano avesse messo piede sul suolo italiano. Arrivato, Conceicao si è diretto dritto a Milanello per conoscere la dirigenza e la squadra. Ma non solo: l’arrivo al centro sportivo è stato un buon motivo per iniziare immediatamente con una prima sessione d’allenamento, annullando il giorno di riposo inizialmente concesso. Corsa, intensità, disciplina e quell’espressione da duro che sta già caratterizzando la sua esperienza rossonera. Conceicao ha subito imposto i propri ritmi, cancellando un passato che, a sua detta, non può e non deve contare. Conta ora, adesso, il presente per plasmare il futuro. E allora in Arabia Saudita la disciplina e il rispetto sono subito diventati i due termini chiave con cui costruire il rapporto con la rosa. Altro allenamento (e c’è chi ha notato qualche parastinco, giusto per comprendere l'atteggiamento che il portoghese richiede), prima di una doppia sessione odierna – di cui la prima lunga, intensa, tanto da far slittare la conferenza stampa prevista di mezzora - . Oggi. Alla vigilia di una partita. Anzi, della partita, una semifinale contro la Juventus che può valere l’accesso a giocarsi un titolo importante per ambiente e umore.
Conceicao ha subito capito che per imprimere un segnale deciso e di netto taglio a questo passato, c’era bisogno di accelerare e conoscere in fretta e negli occhi i propri uomini. Ogni minuto conta per il portoghese che chiederà tanto alla propria squadra. Chiederà vigore, forza, coraggio, chiederà una formazione pronta a dare battaglia sul campo, ogni secondo, fino al fischio finale, dall’inizio alla fine e senza possibilità che questo dogma possa essere in qualche modo non rispettato. Un messaggio chiaro per l’anno nuovo, costretto a diventare differente rispetto al passato. Tutta questa chiarezza e questo essere diretti fanno parte del linguaggio comunicativo e dello stile di Sergio Conceicao che, a tratti, come dicevamo, ricorda molto il fare da generale con le sue truppe di Antonio Conte.
Ma in campo? Sul rettangolo verde sarà una storia diversa. Che sia 4-4-2 o 4-3-3, Conceicao vorrà massimizzare il talento e l’impegno del suo Milan. Ci saranno più transizioni - anche senza Leao, che non dovrebbe giocare in semifinale, accompagnando e sostenendo la squadra forse dalla panchina – e un gioco diretto in cui si costruisce meno, si aggredisce di più e ci sarà massima attenzione all’aggressività, al recupero della sfera e al gioco veloce in verticale. Con un solo obiettivo: vincere, a tutti costi. Conceicao è un allenatore che non accetta la sconfitta, maggiormente pragmatico e risultatista più che filosofico. Il calcio, ha dichiarato durante la sua presentazione, è semplice: c’è una squadra che prova a segnare e al contempo non prendere gol. Niente di più, niente di meno. E questo concetto che ricorda Massimiliano Allegri sarà applicato con disciplina contro la Juve.
E c’è una certezza che arriva direttamente dalle parole odierne: sarà una sfida diversa dal campionato. La Vecchia Signora si affronterà a testa alta, la musica sarà completamente diversa rispetto all’ultima sfida fra questi due club. Conceicao ha visto due squadre con “voglia di perdere”, un concetto inammissibile nel suo calcio. Anche perché, va detto, ricordate quella partita di novembre? Tanto possesso contro la difesa schierata da Motta, che ha aspettato tutta la partita Fonseca e le sue intuizioni in fase offensiva. Il Milan creò poco, pochissimo contro una formazione bianconera che non solo era in emergenza difensiva, non solo non aveva a disposizione Vlahovic, ma che contava solamente cinque elementi di movimento in panchina. Troppo poco. E allora quella voglia di perdere, quell’assenza di determinazione, di lotta andrà cancellata in fretta. Conceicao ha già messo mano al Milan, sta già provando a cambiare tutto. Al campo e ai ragazzi del Milan, come sempre, fornire le risposte e dare quella reazione e scossa che l’ambiente rossonero cerca.
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Nessun lo dice, ma questa partita rilancerà una squadra e ne farà sprofondare un'altra. Sotto que...