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  • Coerenza, umiltà, motivazioni e un Tonali in più: sì, è un’altra Italia

    Coerenza, umiltà, motivazioni e un Tonali in più: sì, è un’altra Italia

    • Massimo Callegari
      Massimo Callegari
    "La storia siamo noi”: quante volte l’abbiamo sentita nelle pause pubblicitarie degli ultimi Europei. Eppure la voglia di fare la storia che Spalletti aveva provato a trasferire ai suoi calciatori era rimasta nell’aria, come le magnifiche note di De Gregori. Troppa pressione, nessuna identificazione. I ragazzi di oggi non sono tanto diversi da quelli di quest’estate ma il loro portamento in campo è completamente cambiato. La riscossa di queste settimane è nata proprio dalle macerie della campagna europea e si può leggere con due parole astratte, che non si possono toccare ma si sentono e si vedono: umiltà e motivazioni.

    Umiltà. L’ha avuta per primo il ct, che ha preso atto dei suoi errori. L’eccesso di fiducia che si è tradotto in pressione esagerata e la convinzione che il sistema di gioco andasse oltre le caratteristiche di tanti singoli schierati fuori ruolo e “fuori modulo” rispetto ai club. Scelte forzate, che per onestà intellettuale su queste colonne avevamo apprezzato, perché alimentavano un’idea di futuro. Su tutte, Fagioli per Locatelli. Oggi, appunto, è una scelta che poggia su valutazioni tecniche: Fagioli può anche faticare in Nazionale, come contro Israele, ma il suo ritorno al top è stato certificato da prestazioni sontuose con il club, Lipsia su tutte. A giugno era diverso. Arrivava da mesi di squalifica e la scelta di preferirlo a Locatelli, che con i compagni azzurri aveva compiuto tutto il percorso, ha probabilmente destabilizzato il gruppo. Con le conseguenze nefaste di Italia-Svizzera, in cui Fagioli venne esposto a una figuraccia che lo rese simbolo del ben più generale tracollo.

    Motivazioni. Il concetto tocca sia il collettivo che alcuni interpreti individuali. Riguarda noi e pure i nostri avversari: per tutti il giudice supremo restano le qualificazioni mondiali. Per tante nazionali la Nations League è un torneo di passaggio. Alcuni big (Mbappé, Lukaku) si riposano e altri cedono il testimone dopo un grande torneo, Europeo o Mondiale, cha ha chiuso un ciclo: è il caso di Griezmann o delle Legenden della Germania, ora appesa al talento di Musiala, Wirtz e Pavlovic tra tanti debuttanti, nemmeno tutti così promettenti. O dell’Inghilterra, ancora alla ricerca di un ct dopo l’addio di Southgate. Le nostre motivazioni invece erano enormi perché non avevamo scampo: vincere o fallire, definitivamente. Valeva soprattutto per Spalletti ma anche per alcuni giocatori, usciti a pezzi dall’Europeo. “Qualcosa è cambiato” (cit. Jack Nicholson) e lo testimonia la qualità delle prestazioni dell’Italia nonostante l’assenza del nostro miglior calciatore di movimento, Nicolò Barella. È tornato con una tonnellata di motivazioni Tonali, che con l’interista potrà integrarsi benissimo perché, a differenza di Frattesi, sa esprimersi al top anche sul centrosinistra. E sta crescendo Retegui, le cui motivazioni fanno rima con “autostima”. L’infortunio di Scamacca gli ha fatto sentire la fiducia dell’Atalanta, che ha investito su di lui senza indugi, aprendogli tante possibilità: giocare da centravanti titolare, allenarsi quotidianamente con giocatori più forti rispetto agli ex compagni del Genoa, alzare il livello per competere in Champions. Le contingenze lo hanno fatto sentire un attaccante da Top Club, addirittura senza concorrenza almeno per i primi mesi. La condizione ideale per un bomber: con meno pressione, si superano più facilmente anche errori gravi come quelli davanti alla porta di Israele. E ci si può presentare senza pensieri sul dischetto a scatenare tutta l’energia sotto l’incrocio.

    “La storia siamo noi”, forse le note si possono sentire in sottofondo seppur ancora molto in lontananza. Avranno qualche possibilità di diventare la colonna sonora dell’Italia 2.0 di Spalletti solo se non perderemo umiltà e motivazioni. Ricordandoci che le ultime due, positive edizioni di Nations League non hanno fatto la storia ma solo generato ingannevoli illusioni.

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