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  • CM SHOW. Omar Pedrini: 'Il baby Brescia si carica col mio inno'. VIDEO

    CM SHOW. Omar Pedrini: 'Il baby Brescia si carica col mio inno'. VIDEO

    • Germano D'Ambrosio

    Il curriculum artistico del cantante e chitarrista Omar Pedrini, ex leader dei Timoria e oggi apprezzato solista, è davvero sterminato. Non è un caso, del resto, se quest'anno l'Università Cattolica di Milano l'ha voluto addirittura come docente per il suo Master in Comunicazione musicale, giunto alla decima edizione, le cui lezioni inizieranno il 12 novembre. Ma il calcio, nella vita di Omar, occupa un ruolo altrettanto importante: per circa dieci anni è stato il bomber della Nazionale cantanti, per la gioia del papà, che all'anagrafe ha voluto omaggiare l'italo-argentino Sivori. E a proposito del Brescia, la sua squadra del cuore, si è concesso ai microfoni di Calciomercato.com.
     

    Come giudichi questo avvio di campionato delle Rondinelle?
    'A parte il brutto esordio contro il Crotone, con Juve Stabia e Spezia abbiamo disputato ottime partite. Quella contro i liguri doveva finire in parità ma siamo stati letteralmente derubati: clamoroso il rigore regalato allo Spezia, poi il terzo gol è arrivato negli ultimi minuti. Ma al di là del risultato sono rimasto sorpreso da questa squadra, che pur essendo composta da giovanissimi, tanto che addirittura manda in campo alcuni '94, gioca un ottimo calcio, un po' come accadeva l'anno scorso. Ho grande fiducia in Calori, mi piace molto: è un degno erede di Mazzone dal punto di vista del gioco che propone. E Stovini è l'acquisto di cui necessitava per puntellare la difesa'.

    Che idea ti sei fatto fino ad ora di questo campionato di serie B? Quali saranno le squadre da battere?
    'Il Verona su tutte: secondo me già l'anno scorso avrebbe dovuto salire in A, era nettamente superiore alle altre, solo il Pescara poteva stare al suo livello. E poi c'è questo Sassuolo che è partito alla grande: non so se riuscirà a reggere questo ritmo per tutto il campionato, ma è da considerare comunque una corazzata. Tra le sorprese dico invece Varese e Spezia'.

    Nel 2010 l'inno del Brescia da te composto, intitolato Nel blu, è stato sostituito dal club con Cuore bianco azzurro, brano decisamente meno rock. Un gesto che ha deluso i tifosi, affezionati alla tua canzone, ormai storica...
    'Evidentemente certi valori umani in una realtà come Brescia non vengono apprezzati. Con Bergamo, è noto, c'è grande rivalità, eppure in queste cose dovremmo imparare proprio dall'Atalanta: la società nerazzurra da due anni a questa parte regala ad ogni neonato che nasce una maglietta della squadra. Da noi, invece, si sostituisce un inno regalato da un artista rappresentativo della città, con una canzoncina discomusic... E poi un dato: io non sono superstizioso, anche se come diceva De Filippo non esserlo porta male, ma dico solo che l'inno fu sostituito in occasione di una gara contro la Juve, quando eravamo sesti in serie A, e si parlava di Coppa Uefa. Sarà un caso, ma da allora…'.

    Cosa c'è che non andava nel tuo inno?
    'Bah, proprio non saprei. Era un inno per Brescia, non solo per il Brescia, la storia di un bambino che va a vedere la partita con suo padre. In città tutti lo cantano. Con l'infelice scelta di cambiarlo, tra l'altro, la società è riuscita nell'impresa di unire le due curve dello stadio Rigamonti, da sempre rivali: in una è comparso uno striscione Rispetto per Omar Pedrini, nell'altra Noi lo canteremo per te. Ci sono rimasto male, non lo nego, ma ora so che i giocatori si fanno mettere il mio inno nello spogliatoio, per scelta dei due capitani Arcari e Zambelli: dicono che gli dà la carica prima di scendere in campo. Per me è una bella rivincita'.

    Quando si parla di calcio, qual è la canzone più bella che ti viene in mente?
    'Senza dubbio La leva calcistica del '68 di De Gregori. È quella che esprime meglio le metafore di questo sport, in cui a differenza di altre discipline non vince sempre il migliore, esistono le ingiustizie, le debolezze. Esattamente come nella vita. Ripenso spesso a quel brano e a quella volta in cui allo stadio Bentegodi di Verona, con la Nazionale cantanti, mi trovai a battere il rigore decisivo contro la rappresentativa dei politici davanti a 40mila persone. Credimi, ho suonato e cantato per platee enormi, ma in quel momento le gambe mi tremavano come non mai'.

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