Cittadella Viola, Favini:| 'Basta un centro sportivo'
Cittadella? No, grazie. Così ha sentenziato Andrea Della Valle che, appena quattro giorni fa, ha chiuso i battenti sul tormentone più recente della storia viola. Pazienza, ma almeno si faccia il centro sportivo. Già, perché se la Cittadella appare più una risorsa commerciale che sportiva, un centro sportivo è, invece, linfa vitale per la crescita e la sopravvivenza di una società di calcio. Cosa si intende per centro sportivo? Non certo quello che entro il 2011 sorgerà al posto degli attuali 'campini': circa due ettari di terreno, con due campi da gioco e due palazzine da adibire ad uffici, palestre e spogliatoi (e si parla anche del ristorante per i tesserati). Niente a che vedere con gli 80 ettari previsti dai Della Valle per costruire la Cittadella, ma nemmeno con lo spazio necessario (almeno cinque ettari) per costruire un centro sportivo che si rispetti.
'Guardi, noi a Zingonia abbiamo un campo centrale, più quattro campi dove giocano le squadre giovanili. In più strutture mediche, uffici e locali adibiti ad ospitare le famiglie dei ragazzi. Perché qui vengono tutti, io in questo momento vedo allenarsi la prima squadra ed i bambini del '97. E’bellissimo'. Chi parla è Mino Favini, responsabile del settore giovanile dell'Atalanta. Da Zingonia sono usciti talenti come Pazzini e Montolivo. (tanto per citare gli ultimi ed i più cari alla causa viola). Qui ha mosso i primi passi da allenatore Cesare Prandelli, subito dopo aver appeso le scarpette al chiodo. Mino Favini è una specie di 'guru' per i giovani calciatori, con 30 anni di esperienza maturata prima al Como, ora all'Atalanta.
'Un centro sportivo è fondamentale - prosegue Favini -. Come è importantissimo lo spirito di emulazione. Voglio dire: un bambino che ha il sogno di arrivare in serie A, a fine allenamento può fare quello che noi chiamiamo in gergo il salto della siepe, cioè andare al campo accanto e guardare il campione che si allena. E così prendere esempio, emularlo appunto. Ma questo lo può fare solo se stanno tutti insieme, vicini, l'uno con l'altro. Cesare Prandelli ha ragione. A fine stagione queste cose, come avere un proprio centro sportivo, sono cose che pesano sulla classifica, e sulla formazione dei giovani talenti da portare in prima squadra'.
(Il Nuovo Corriere di Firenze)