Ciro Esposito prima di morire: 'Erano più persone, mi hanno sparato'
MI HA SPARATO - Ecco la trascrizione del dialogo tra Esposito e la criminologa:
La criminologa Angela Tibullo (T) chiede a Ciro Esposito (E): "Perché ti trovi qua?"
E.: "Perché mi hanno sparato".
T.: "Quando?"
E.: "Quando sono andato a vedere la partita".
T.: "Ma tu lo avevi il biglietto per andare allo stadio, dove l’avevi comprato?"
E.: "Dove abito io".
T.: "E tu dove abiti?"
E.: "A Napoli"
T.: "Senti Ciro, ti ricordi fisicamente questa persona vestita di nero, un po’ ciccione?" E.: "Era più di una persona".
T.: "Ti ricordi com’erano vestite?"
E: "Con i caschi".
T.: "Ma tutti o alcuni sì e alcuni no? ". Pausa. "Mi dici sì per dire che c’era qualcuno che non ce l’aveva?". Pausa. "E poi che ha fatto questo ti ha dato due schiaffi?".
E.: "Mi ha sparato"
T.: "Perché ti ha sparato, Ciro?" Ciro risponde, ma le sue prole non sono chiare. La criminologa ripete ad alta voce quello che ha capito: "Hai incontrato questo che non stava bene con la testa, ha preso la pistola e ha sparato, ma questo che ti ha sparato ha preso così la pistola e ti ha sparato o stavate urlando o è caduto? Era a terra, era alzato?". E.: "In piedi e a terra".
T.: "Quindi sei partito, sei arrivato a Roma, ti stavi incamminando per andare a vedere ‘sto Napoli e uno è arrivato e ti ha sparato…ed erano tanti, giusto? E avevano i caschi tranne uno, mi hai detto? Ma questo qua la pistola da dove l’ha presa? Da qua? Ok. Ma l’hai sentito parlare?".
E.: "Aveva l’accento del Lazio".