Cinesi & C: il nostro calcio rischia?
Babbu scrive:
Sono tifoso genoano, club di medio livello che, se ben amministrato, può ambire a vivere perennemente nella massima serie con punte di eccellenza che possono essere la qualificazione alle coppe e anni negativi dove ci si gioca la salvezza.
Osservo un po' da lontano questi passaggi di proprietà di grandi club che passano in mani Cinesi o, comunque, straniere.
Il mio stesso Genoa è stato oggetto di interesse di gruppi Cinesi e del Qatar.
Sinceramente non vedo con grande favore questa colonizzazione del calcio italiano perché credo che questi gruppi inseguano risultati economici che, in Italia, non sono raggiungibili.
Tutti questi gruppi, così come le amministrazioni locali si riempiono la bocca di stadi di proprietà, di impianti che vivono 7 giorni su 7, di merchandising, di milioni di potenziali tifosi in oriente ecc. ecc.
Sinceramente io non vedo nulla di tutto questo. L'unico stadio nuovo in Italia è quello della Juventus e non mi risulta che viva 7 giorni su 7. Tutte le altre città hanno stadi che, se paragonati a quelli Inglesi e Tedeschi, sembrano gli stivali di cartone con cui gli alpini hanno affrontato l'inverno russo (cioè totalmente inadeguati). >>>CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE<<<
Luca Borioni risponde:
Non si possono non condividere i timori di Babbu, perché il calcio di casa nostra non può essere troppo slegato dalla situazione generale, cioè dall'irreversibile crisi del sistema-Italia certificata anche dall'Istat.
La speranza è che i nuovi investitori - che certamente pensano al loro tornaconto - aiutino in ogni caso il movimento a organizzarsi meglio, a dotarsi finalmente di una struttura dirigenziale adeguata ai tempi e alla concorrenza degli altri campionati europei. Questo flusso di denaro può essere un primo passo, sempre che Tavecchio e company facciano qualcosa... >>>CHE NE PENSATE? QUI LE RISPOSTE<<<