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'Ci inginocchiamo se ce lo chiedono gli avversari'. Azzurri antirazzisti a chiamata, che tristezza
Più che lo sdegno, che sarebbe comunque legittimo, di fronte a una frase del genere prende il sopravvento la tristezza. Cosa significa "nessuno ce lo ha chiesto"? Loro, i nostri azzurri, alcuni ragazzi ma altri ultratrentenni, non sono in grado di decidere da soli se inginocchiarsi o meno? Hanno bisogno che arrivi l'input dai colleghi austriaci, belgi o portoghesi? E cosa vuol dire "ci inginocchieremo per sensibilità e solidarietà verso gli avversari"? Nessuno di loro, nemmeno il maturo e scolarizzato Chiellini, ha capito minimamente che quel gesto non riguarda alcun avversario, ma i neri vittime di violenze e vessazioni?
La nostra tristezza, sia chiaro, non riguarda il fatto che la Nazionale abbia deciso di non inginocchiarsi. Certo, avremmo preferito se lo avesse fatto, perché sarebbe stato un messaggio di grande impatto anche per i giovani e i ragazzi che in questi giorni guardano gli azzurri in tv. Ma la libertà di scelta è sacra e va rispettata, peraltro siamo sicuri che nessuno dei calciatori di Mancini abbia il benché minimo pensiero razzista. In certe situazioni, però, le parole sono fondamentali e pesano come pietre.
Contro il Galles, di fronte al gesto degli avversari, gli azzurri erano stati colti chiaramente di sorpresa e si erano divisi, non tra razzisti e antirazzisti, ci mancherebbe, ma tra chi istintivamente aveva seguito Bale e compagni e chi, non sapendo cosa fare, era rimasto in piedi (emblematico il... mezzo inchino di un perplesso Chiesa). Stavolta hanno avuto una settimana per pensare alla decisione da prendere e il risultato è stato perfìno peggiore. La Nazionale non ha una capacità di pensiero, una sensibilità, una personalità: si inginocchia a richiesta. Che tristezza, sì.
@steagresti