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  • Chirico: 'La Juve copre Bremer e Cairo di soldi, l'Inter aveva le promesse e i like. Nerazzurri, cantate che vi passa...'

    Chirico: 'La Juve copre Bremer e Cairo di soldi, l'Inter aveva le promesse e i like. Nerazzurri, cantate che vi passa...'

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Gli interisti me lo hanno ripetuto in loop, per mesi, in quasi tutte le trasmissioni a cui ho partecipato a 7Gold: “Bremer è già dell’Inter”. E mi motivavano la loro assoluta certezza così: al momento del rinnovo col Torino, il giocatore ha concordato col presidente Cairo il prezzo massimo di vendita del proprio cartellino (25 milioni) e la destinazione finale (Inter). A sua volta, l’Inter aveva ottenuto il gradimento del giocatore e stipulato con lui una sorta di gentlemen agreement con il quale riteneva di averlo messo sotto chiave. Nessuno avrebbe più potuto portargli via Bremer, “ci sono degli accordi” mi dicevano, sentendosi al riparo da qualsiasi sorpresa futura. 

    Eppure, per quel poco che ho imparato a conoscere Cairo, non mi sembrava tipo da accordi blindati senza prima aver incassato del contante. Soprattutto detenendo ancora la proprietà del miglior centrale difensivo del campionato 21/22  diventato, automaticamente, oggetto del desiderio di tanti club, italiani e inglesi. Perché l’Urbano avrebbe dovuto accontentarsi di 25 milioni nel momento in cui, considerate le numerose richieste, avrebbe potuto incassare molto di più? Tra l’altro, in assenza di accordi scritti, ma solo verbali tra le parti. Gli interisti non volevano sentirci lo stesso. “C’è un accordo – insistevano – e il giocatore vuole solo l’Inter” mostrandomi i like del brasiliano a delle foto di calciatori nerazzurri sui social.

    Intanto Cairo, legittimamente, apriva l’asta. Alla quale la Juventus si è immediatamente iscritta non appena ha ceduto De Ligt al Bayern. L’Inter ha migliorato l’offerta, portandola da 25 a 30 milioni, aggiungendoci alcuni bonus ed il prestito del giovane  primavera Casadei, valutato intorno agli 8 milioni.

    La Juve ha offerto di più, sia al Torino (40 milioni, saliti poi a 45) sia a Bremer (4.5 milioni di contratto l’anno saliti poi a 5, anziché i 3 più bonus offerti dall’Inter). Una pioggia di soldi.

    Rilanci nerazzurri? Nessuno. Perché il budget a disposizione di Marotta e Ausilio è limitato, non essendo riusciti finora a fare cassa con nessuno dei propri pezzi pregiati, da Bastoni a Skriniar. E coi rubinetti chiusi da Pechino ed un passivo di bilancio da 120 milioni, è difficile fare mercato. Soprattutto dopo averne già investiti una ventina per riprendere Lukaku (in prestito).

    Non hanno potuto quindi che appellarsi al rispetto dei patti. Quelli che nessuno, però, aveva messo per iscritto e vergato con una firma. Dybala con la Juve non ha insegnato nulla? A quanto pare no, perché la risposta dell’Inter sono stati solo pugni battuti sul tavolo della trattativa e la trasformazione del prestito del solito Casadei in cessione a titolo definitivo. Ma Cairo voleva solo soldi, e tanti. La Juventus lo ha accontentato, l’Inter no.

    Per la serie: ve lo dicevo, ma eravate sordi a tutto. C’est l’argent qui fait tous, e lo ha fatto pure in questa circostanza. Com’è sempre capitato da quando esiste il calciomercato. Nessun trucco e nessun inganno, così come nessuno scippo, la pura e semplice regola della domanda e dell’offerta, di fronte alla quale le parole si perdono nel vento e i like su Instagram stanno a zero. In questi casi si dice: canta, che ti passa. Un bel “Romagna mia” potrebbe aiutare a lenire la rabbia.

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