Addio Juve: chissà se adesso Mandragora smetterà di essere un prodotto finanziario?
Per la società bianconera il neo-centrocampista della Fiorentina è stato veicolo per una vorticosa circolazione di cifre che completano l'intera gamma della tipologia legata ai trasferimenti dei diritti pluriennali alle prestazioni sportive: costi e ricavi, plusvalenze, premi di valorizzazione, cessioni e recompre, commissioni agli agenti sia per l'acquisizione dei diritti che per i rinnovi contrattuali, opzioni condizionate alle differenti date di riscatto definitivo, conguagli sul debito. Il tutto per un giocatore che in sei anni e mezzo ha giocato con la prima squadra bianconera soltanto una volta. Il suo caso diventa esemplare del modo in cui si produce una divaricazione radicale fra l'economia reale del calcio e la sua finanziarizzazione. La storia è lunga e complessa, per questo risulta comodo dividerla in quattro atti.
Primo atto: tra Genoa e Juventus via Pescara – L'intreccio comincia il 19 gennaio 2016, col comunicato ufficiale della Juventus che informa dell'acquisizione definitiva di Mandragora, proveniente dal Genoa.
Al club allora controllato da Enrico Preziosi vengono corrisposti 6 milioni di euro pagabili in tre esercizi e con prospettiva di incremento fino a ulteriori 6 milioni di euro in caso si verifichino determinate condizioni. Il dettaglio sugli incrementi possibili verrà parzialmente contraddetto dalle informazioni contenute nella relazione semestrale al 31 dicembre 2015, nello spazio riservato alle operazioni concluse dopo la data di chiusura di esercizio. In quel passaggio si rileva che la somma massima degli incrementi potrebbe toccare i 3,75 milioni di euro.
A ogni modo per il Genoa, come da prassi dell'era Preziosi, è una grassa plusvalenza: 5.802.720 euro come certificato dal bilancio al 31 dicembre 2016, dove la plusvalenza in questione si trova in compagnia con quelle realizzate attraverso scambi con Atalanta, Cesena e Chievo fatti su valori a specchio.
Il calciatore viene lasciato al Pescara, dove si trova in prestito dall'inizio della stagione 2015-16 per disputare il campionato di Serie B. Va anche ricordato che in quel momento Mandragora non ha ancora compiuto 19 anni e ha disputato soltanto cinque spezzoni di partita in Serie A, con la maglia del Genoa durante la stagione 2014-15, per complessivi 91 minuti. Lo spezzone più lungo è quello della gara d'esordio, proprio contro la Juventus (29 ottobre 2014, vittoria 1-0 dei rossoblu con gol di Luca Antonini al 94'), quando Gian Piero Gasperini lo lancia in campo dall'inizio e ce lo tiene per 69 minuti. Dunque su di lui viene fatto un investimento non indifferente, visto il curriculum ancora tutto da costruire. E quell'investimento rimane a lungo dormiente perché nel finale della stagione trascorsa in prestito al Pescara il ragazzo subisce un grave infortunio: frattura al metatarso durante la gara del 30 aprile 2016 sul campo della Virtus Entella, un incidente che gli farà saltare quasi per intero la successiva stagione 2016-17. E così va a finire che Mandragora gioca una sola partita con la maglia della Juventus. Anzi, per l'esattezza sono soltanto 4 minuti, proprio nella partita casalinga contro il Genoa vinta 4-0 dai bianconeri il 23 aprile 2017.
La carriera juventina di Mandragora comincia e finisce lì. Ma quanto sono costati alla società bianconera quei 4 minuti, più altre due presenze con la squadra Primavera? Parecchio più dei 6 milioni per l'acquisizione dei diritti. Il bilancio del Genoa al 31 dicembre 2017 certifica che la Juventus ha pagato al Genoa 1 milione di euro a titolo di premio di valorizzazione e rendimento. Fanno 250mila euro al minuto. Fra l'altro c'è da notare che la società bianconera ha trasferito, con la stessa causale, la medesima cifra per altri due ex genoani passati da Torino senza lasciare tracce memorabili: Thomas Rincon e Stefano Sturaro, 1 milione di euro cadauno. Dunque, 3 milioni di euro pompati dalla società di Andrea Agnelli nelle casse della società allora controllata da Enrico Preziosi. In cambio di un controvalore tecnico che oscilla tra il mediocre e l'irrilevante.
Ma alla società bianconera Mandragora costa parecchio anche in commissioni agli agenti. Va ricordato che al tempo del trasferimento da Genoa a Juventus il centrocampista era gestito da Vincenzo Pisacane, mentre adesso risulta assistito da Luca De Simone. Il bilancio della società bianconera al 30 giugno 2016, nella tabella degli 'Oneri accessori' parla di 586mila euro. Che sui 6 milioni di euro impegnati per l'acquisizione dei diritti economici è quasi il 10%. Una commissione da Jorge Mendes.
E per quanto riguarda questa voce non è ancora tutto, perché nella stessa relazione finanziaria al 30 giugno 2016 viene annunciato che in caso di rinnovo contrattuale o di permanenza verranno versati all'agente 240mila euro suddivisi in quattro rate annuali da 60mila euro programmate fra il 2016-17 e il 2019-20.
A ogni modo, l'ultimo valore dei diritti pluriennali registrato nel bilancio della Juventus (quello chiuso il 30 giugno 2018) prima che Mandragora venga ceduto all'Udinese è di 8,970 milioni di euro rispetto ai 6,470 milioni che risultavano nel bilancio al 30 giugno 2016.
Secondo atto: da Juventus a Udinese – Nell'estate in cui Cristiano Ronaldo approda alla Juventus dal Real Madrid, Mandragora lascia la casa bianconera torinese per approdare alla casa bianconera friulana. Il trasferimento all'Udinese giunge dopo un stagione trascorsa in prestito nelle file del Crotone, con la squadra calabrese che per la prima volta nella sua storia disputa un campionato di Serie A. Una stagione buona ma assolutamente non sufficiente a giustificare le cifre che vengono impegnate per il suo trasferimento a Udine, che avviene con la formula della cessione definitiva con diritto di recompra entro il termine della seconda stagione successiva. Come si apprende dal comunicato ufficiale emesso dalla società bianconera, il calciatore è trasferito all'Udinese per 20 milioni di euro, con plusvalenza di circa 14,7 milioni di euro. Ma si prospetta anche una recompra al termine della stagione 2019-20 per 26 milioni di euro. Cifre lunari. Di fatto è come se l'Udinese avesse prestato per due anni 20 milioni di euro alla Juventus con interesse del 30%. L'accordo prevede anche una percentuale sulla futura rivendita da calcolarsi nel 50% della cifra eccedente i 20 milioni di euro. Ma quando viene firmata nessuno crede che scatterà mai.
Con le notizie finanziarie su Mandragora relativamente al biennio friulano possiamo fermarci praticamente qui, perché in termini di informazioni messe a disposizione è come passare dal giorno alla notte. Da una parte c'è una società quotata in Borsa che rende noto ogni dettaglio, dall'altra una società molto parca nel dare dettagli. Nei bilanci dell'Udinese disponibili in rete non ci sono informazioni sull'acquisizione dei diritti pluriennali sulle prestazioni dei calciatori né il prospetto in cui viene fotografato lo stato dei medesimi diritti e dal quale, fra le altre cose, si capisce quanto sia costato ciascun calciatore in termini di commissioni agli agenti. Inoltre, a partire dal bilancio chiuso il 30 giugno 2021 la società della famiglia Pozzo ha smesso anche di presentare il prospetto analitico delle plusvalenze da calciomercato, limitandosi a dare il valore totale e menzionando quelle più significative. Addirittura, sempre nel bilancio al 30 giugno 2020, laddove si parla del compenso concesso agli amministratori e ai sindaci effettivi, viene piazzato un bell'omissis.
Il rendimento buono ma non certo da fuoriclasse a Udine, e successivamente l'impatto della pandemia sui conti delle società di calcio, fanno sì che Mandragora venga riacquisito dalla Juventus, sia pure con formula più complessa rispetto a quella pattuita nel 2018. Con comunicato del 3 ottobre 2020 la Juventus rende noto di avere ricomprato i diritti del centrocampista per 10,7 milioni di euro e di averlo lasciato in prestito all'Udinese. Viene aggiunto che nel corso del prestito l'Udinese potrebbe ricevere fino a 6 milioni di euro in bonus.
A ogni modo, con la formula del prestito Rolando Mandragora non durerà a Udine più di un'ulteriore mezza stagione. A febbraio 2021 viene rispedito alla Juventus. Che nella medesima finestra di mercato porta a Torino da Udine il giovane Mattia Compagnon. Dal bilancio bianconero al 30 giugno 2021 scopriamo che tra acquisizione dei diritti pluriennali e oneri accessori/premi Mandragora ha un valore di 15,087 milioni di euro. Dal canto suo Compagnon, in forza alla Juventus Under 23, è stato acquisito per 4 milioni di euro. Ancora stamani Transfermarkt lo valuta 250mila euro.
Per quanto riguarda il versante Udinese, nel documento di bilancio al 30 giugno 2021 ci si limita a dire che Mandragora e Compagnon hanno contribuito, assieme alla cessione di altri calciatori, a generare plusvalenze per quasi 29 milioni di euro.
Atto terzo: da una sponda all'altra di Torino – Nonostante il calciatore arrivi a pesare sul bilancio per oltre 15 milioni, la Juventus continua a non voler contare su Mandragora. E infatti lo spedisce in prestito oneroso al Torino. Anche se il comunicato ufficiale emesso dal club bianconero in data 1 febbraio 2021 non lo precisa, il prestito vale 1,5 milioni di euro. Nel comunicato è invece illustrata una lunga e complessa serie di ipotesi sul riscatto del calciatore da parte del Toro. Che non si verificheranno.
Atto quarto: destinazione Firenze – E infine si arriva ai giorni nostri, col trasferimento a titolo definitivo che vede Rolando Mandragora approdare alla Fiorentina. Il comunicato ufficiale emesso dalla Juventus in data 4 luglio 2022 parla di 8,3 milioni di euro, più un altro milione di euro di eventuali bonus con minusvalenza da 1,3 milioni di euro.
Viste le premesse, per i conti della società bianconera poteva andare molto peggio. Ma va bene anche alla proprietà della Fiorentina, che per riscattare l'uruguayano Lucas Torreira avrebbe dovuto spendere molto di più. E invece in questo caso può limitarsi a smarcare parte del credito esistente verso la società bianconera per le cessioni di Federico Chiesa e Dusan Vlahovic. E pazienza se in termini tecnici e di personalità il confronto con Torreira è in perdita. Sono entrate in ballo altre considerazioni. Dal punto di vista di Mandragora, può essere consolante che questo uso in modalità conguaglio dovrebbe essere stata la sua ultima performance da prodotto finanziario. Almeno glielo auguriamo.
@Pippoevai