Chirico: 'Il cortomusismo è campione d'Europa. Se Perez avesse scelto Allegri, oggi a festeggiare la Champions sarebbe Max'
Si critica Allegri, il suo gioco antidiluviano, un corto-musismo esasperante che quest’anno ha prodotto solo un quarto posto in campionato e zero trofei, eppoi assistiamo, a Parigi, all’apoteosi di un altro allenatore che vince la 4° Coppa Campioni della propria carriera e pratica lo stesso, identico tipo di calcio del signore di Livorno. Che proprio col “corto muso” batte niente meno che il Liverpool di Klopp, quello che in questa edizione di Champions ha eliminato neo ed ex campioni d’Italia milanesi.
A Saint-Denis si è vista una squadra sempre all’attacco (il Liverpool) e un’altra (il Real Madrid) che ha badato a difendersi e ripartire, ed è stata quella che ha vinto la finale. L’esempio perfetto di come non sempre prestazione e risultato coincidano. A meno che adesso, e sono certo che in tanti lo faranno, non si passi all’esaltazione sperticata del difensivismo madridista. E , inevitabilmente, del suo demiurgo. Perché se c’è uno che gode di buona stampa è proprio Carletto.
In tutta la sua lunga e prestigiosa carriera, Ancelotti ha fallito solo con la Juventus, dove vinse una misera coppa Intertoto e nient’altro. Pur disponendo di gente come Zidane, Del Piero, Trezeguet, Davids, Conte e Hanry (fatto giocare terzino di fascia). Toppò pure a Napoli, con Insigne, Mertens, Koulibaly eccetera. Ci sarebbe anche l’Everton, ma non lo conto in quanto di una categoria inferiore rispetto ai 2 club appena citati.
Al Real, invece, ha sempre vinto. Prima e seconda volta. Questa stagione ha pure centrato il mitico double, Liga & Champions. Ma Florentino gli ha sempre messo a disposizione i migliori giocatori del pianeta. La prima volta utilizzò il migliore Ronaldo, il miglior Bale, il miglior Sergio Ramos, il miglior Marcelo (ora in panchina). Adesso ha a disposizione il miglior Benzema, il Pallone d’oro Modric, l’inossidabile Kroos. Vorremmo forse paragonarli a Rabiot, Arthur e Ramsey ?
La differenza tra lui ed Allegri oggi sta tutta qui, nella rosa. Max quest’anno ha potuto lavorare con meno di una decina di giocatori buoni, Carlo non ne ha uno scarso in rosa. A cominciare dal portiere, che a Saint Denis è stato il migliore in campo per distacco. E questo la dice lunga sulla performance generale dei blancos. Che infatti hanno avuto in Militao e Alaba le fondamenta dell’impenetrabile muro difensivo eretto appunto davanti alla porta di Courtois.
Benzema ha fatto il Vlahovic: una sola palla giocabile arrivatagli in tutta la partita, che lui è riuscito comunque a lavorare talmente bene da metterla anche in rete, gol annullato poi per un fuorigioco davvero al limite. Dopodiché non ne ha vista più una, perché quando giochi con lo stesso spartito di Allegri il centravanti fa la fine dell’eremita. Ma siccome in squadra ha un compagno di reparto come Vinicius, la partita la vinci lo stesso. Non succede lo stesso se hai Morata, o – peggio ancora – Kean. E per giunta Chiesa fuori dai giochi per trauma ai legamenti.
Se la scorsa estate, anziché la Juventus, Allegri avesse scelto il Real - come lui stesso ci ha raccontato, e Florentino non ha smentito – probabilmente oggi sarebbe lui l’allenatore campione d’Europa, e non Ancelotti. E il “cortomusismo” entrato di diritto nella enciclopedia Treccani. Perché la cucina può anche essere quella della nonna, ma sono sempre gli ingredienti che rendono buona la pasta.