Chirico: da Calciopoli ai tuffi di Lautaro, sarebbe questo l'interismo da trasmettere a Cuadrado?
Non so quando avverrà, e se davvero ci sarà, soprattutto se Cuadrado accetterà davvero di parteciparvi. Però mi piacerebbe tanto essere presente a quell’incontro face to face chiesto dagli ultrà interisti col colombiano, per poter ascoltare con grande interesse quali sarebbero i valori dell’interismo che il buon Juan dovrebbe assimilare e mandare a memoria prima di indossare la maglia della Beneamata. Penso che ruoterà tutto attorno ad un paio di qualità, lealtà ed onestà, delle quali gli interisti si sentono depositari dalla notte dei tempi, sulla base di loro – e loro sole – convinzioni personali, perché Calciopoli ha dimostrato l’esatto contrario.
Basterebbe andarsi ad ascoltare le registrazioni di alcune telefonate di quel periodo per smentire la loro narrazione. Ne ricordo una, emblematica, prima di una semifinale di Coppa Italia tra Cagliari ed Inter. Facchetti: “Ho visto lo score dell’arbitro Bertini, che con noi ha 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte”. Bergamo: “Porca miseria, allora facciamo 5-4-4. Ma vittorie!”. Facchetti: “Ma diglielo,che è determinante domani”. Tradotto: ce la faccia vincere. Che fa il paio con quell’altra, prima del sorteggio arbitrale antecedente un Inter – Juventus del 2004. Sempre Facchetti: “Senti, per domenica allora?” Bergamo: "Facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente, tutti e 4 possono fare la partita”. Facchetti: “Vabbè, ma metti Collina!”. Ritradotto: pilotate il sorteggio. A proposito di onestà & lealtà.
Torniamo a Cuadrado, al quale gli interisti contestano da sempre di essere un cascatore seriale, e – come tale – uno scorretto simulatore. Nomèa conquistata prevalentemente nei tanti Derby d’Italia, nei quali il colombiano spesso faceva gol all’Inter ( magari la vera ragione dell’antipatia nasce da lì). Una delle simulazioni - simbolo, per loro, è quella del calcio di rigore ottenuto nello Juve – Inter del 2020, dopo un contrasto in area con Perisic, a loro modo di giudicare provocato da Cuadrado stesso. Non concordo, ma rispetto i punti di vista altrui. Mi domando, però, se loro – così attenti alle slealtà altrui - abbiano mai fatto caso alle tante simulazioni di cui si è reso pratogonista Lautaro Martinez da quando è all’Inter. Di sicuro no, perché – come tutti (ma proprio tutti) i tifosi – sono abituati a criticare i giocatori avversari anziché i propri. Eppure gli episodi sono innumerevoli.
Mi limito a sbloccargli un ricordo: penultima finale di Coppa Italia, casualmente giocata contro la Juve, in cui l’argentino si conquistò un calcio di rigore (determinante, in quanto portò la gara ai supplementari) andando volontariamente ad agganciare il polpaccio di Bonucci, che non interferì sulla giocata dell’argentino. Ognuno interpretò le immagini a modo proprio, i varisti pure , che infatti confermarono (a torto) la decisione (sbagliata) presa quella sera dall’arbitro Valeri. Ma le furbate di Lautaro non si limitano alle cadute in area, sconfinano talvolta anche in falli ben mascherati ai danni degli avversari. Vedi quello commesso, nel 2020, contro l’Atalanta, quando da terrà afferrò il piede di Toloi e lo fece cadere in area. Anche in quell’occasione, l’infallibile Var non vide e Martinez evitò rigore ed espulsione.
Se in entrambe le occasioni ci fosse stato Cuadrado al posto di Lautaro (oppure di Barella, altro acrobatico saltatore), gli interisti avrebbero scatenato il finimondo, ma sulle ricorrenti cadute “forzate” dell’argentino e del sardo glissano, dimenticano, quando addirittura perdonano o negano del tutto. Severi censori con tutti gli altri, negazionisti coi propri. Adesso persino insegnanti di valori in estemporanei seminari organizzati nella sede dell’Inter. Col probabile avvallo della stessa società. Che magari ne condivide le finalità. Fossi in Cuadrado, manco mi presenterei.
Basterebbe andarsi ad ascoltare le registrazioni di alcune telefonate di quel periodo per smentire la loro narrazione. Ne ricordo una, emblematica, prima di una semifinale di Coppa Italia tra Cagliari ed Inter. Facchetti: “Ho visto lo score dell’arbitro Bertini, che con noi ha 4 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte”. Bergamo: “Porca miseria, allora facciamo 5-4-4. Ma vittorie!”. Facchetti: “Ma diglielo,che è determinante domani”. Tradotto: ce la faccia vincere. Che fa il paio con quell’altra, prima del sorteggio arbitrale antecedente un Inter – Juventus del 2004. Sempre Facchetti: “Senti, per domenica allora?” Bergamo: "Facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente, tutti e 4 possono fare la partita”. Facchetti: “Vabbè, ma metti Collina!”. Ritradotto: pilotate il sorteggio. A proposito di onestà & lealtà.
Torniamo a Cuadrado, al quale gli interisti contestano da sempre di essere un cascatore seriale, e – come tale – uno scorretto simulatore. Nomèa conquistata prevalentemente nei tanti Derby d’Italia, nei quali il colombiano spesso faceva gol all’Inter ( magari la vera ragione dell’antipatia nasce da lì). Una delle simulazioni - simbolo, per loro, è quella del calcio di rigore ottenuto nello Juve – Inter del 2020, dopo un contrasto in area con Perisic, a loro modo di giudicare provocato da Cuadrado stesso. Non concordo, ma rispetto i punti di vista altrui. Mi domando, però, se loro – così attenti alle slealtà altrui - abbiano mai fatto caso alle tante simulazioni di cui si è reso pratogonista Lautaro Martinez da quando è all’Inter. Di sicuro no, perché – come tutti (ma proprio tutti) i tifosi – sono abituati a criticare i giocatori avversari anziché i propri. Eppure gli episodi sono innumerevoli.
Mi limito a sbloccargli un ricordo: penultima finale di Coppa Italia, casualmente giocata contro la Juve, in cui l’argentino si conquistò un calcio di rigore (determinante, in quanto portò la gara ai supplementari) andando volontariamente ad agganciare il polpaccio di Bonucci, che non interferì sulla giocata dell’argentino. Ognuno interpretò le immagini a modo proprio, i varisti pure , che infatti confermarono (a torto) la decisione (sbagliata) presa quella sera dall’arbitro Valeri. Ma le furbate di Lautaro non si limitano alle cadute in area, sconfinano talvolta anche in falli ben mascherati ai danni degli avversari. Vedi quello commesso, nel 2020, contro l’Atalanta, quando da terrà afferrò il piede di Toloi e lo fece cadere in area. Anche in quell’occasione, l’infallibile Var non vide e Martinez evitò rigore ed espulsione.
Se in entrambe le occasioni ci fosse stato Cuadrado al posto di Lautaro (oppure di Barella, altro acrobatico saltatore), gli interisti avrebbero scatenato il finimondo, ma sulle ricorrenti cadute “forzate” dell’argentino e del sardo glissano, dimenticano, quando addirittura perdonano o negano del tutto. Severi censori con tutti gli altri, negazionisti coi propri. Adesso persino insegnanti di valori in estemporanei seminari organizzati nella sede dell’Inter. Col probabile avvallo della stessa società. Che magari ne condivide le finalità. Fossi in Cuadrado, manco mi presenterei.