Chievo, Luciano:|'Torno e mi allungo la carriera'
Il paradosso di Luciano: un infortunio gli ha allungato la carriera. E basta ascoltarlo per capire le sue intenzioni: «Stare fuori cinque mesi è stata dura», attacca. «Ho perso tempo. Ma sono convinto di poterlo recuperare. E come minimo giocherò altri due o tre anni prima di tornare a casa».
Raggiante, sicuro, determinato. Luciano è tornato.
E parla a briglia sciolta dei suoi cinque mesi passati in sala d'attesa, ora che l'infortunio non fa più paura. «È stato un fastidio non previsto», dichiara, «ma ogni cosa va presa per il verso giusto».
Poi lo stop contro il Brescia. Lesione muscolare e ciao Chievo. Tutto intorno a Lucio si è fatto buio. «Ma non mi è mai mancato», ammette, «il sostegno di famiglia e amici. E quando sai di non essere solo, tutto diventa più facile».
Da una settimana il brasiliano lavora regolarmente con il gruppo. Pioli sembra intenzionato a «fargli annusare il campo». L'ammissione del tecnico sa tanto di convocazione.
E Lucio non ha paura di nulla. «Nemmeno della morte», sottolinea sorridendo. «Sogno da una vita questo momento. Non vedo l'ora di tornare utile per la causa». MI MANCHI TANTO. Spontanea la riflessione: è mancato più Luciano al Chievo o il Chievo a Lucio? «Penso non sia stato bello per entrambi», spiega ancora il brasiliano. «A me è mancato tantissimo il campo. Ma son consapevole anche di poter essere importante per la squadra. Mi è dispiaciuto tantissimo vedere i miei compagni lottare senza avere avuto la possibilità di intervenire. Ma sapevo che prima o poi sarebbe arrivato il momento del ritorno. Ho sgombrato la testa e mi sono messo a lavorare».
LA VOLTA BUONA? Giocherà Lucio? «Non lo so. Ma comunque vada mi sento un ragazzo felice. Perché il peggio è passato. Essere tra i convocati per la gara con la Fiorentina mi riempirebbe di gioia. Ma se non sarà così, so comunque che ci sarà un'altra occasione. Ho fatto il mio percorso, sono tornato ad assaporare il lavoro di squadra. Non me ne sono mai andato per davvero», rivela. «E quando ero lontano pensavo a quanto sarebbe stato bello rivedersi in campo con la maglia del Chievo. Certe cose le riassapori proprio quando vengono a mancarti. E a me è mancato il Chievo». STRANI TARLI. A trentacinque anni può anche capitare di finire ko definitivamente.
L'infortunio ti affloscia, l'attesa ti snerva, i tempi di recupero si allungano, e c'è chi comincia a pensare di imboccare la strada dell'ex. «Non è quello che è successo a me», conferma Lucio. «Non ho mai pensato di essere arrivato alla fine della mia carriera. Anzi, ogni giorno che passava mi sentivo più forte, più determinato, più sicuro di me. I tempi di recupero si sono allungati. Ma, invece, di rabbia ho trovato nuovi stimoli lungo la strada del pieno recupero. Lasciare? Non l'ho mai pensato. E non ho mai avuto paura. Ripeto: questo infortunio mi ha allungato la carriera. Giocherò ancora a lungo. Poi deciderò cosa fare del mio futuro». NUOVA VITA. «Adesso penso solo alla salvezza», riprende l'attaccante. «Ci mancano otto, forse nove punti. Penso che fin qui il campionato abbia regalato certezze e conferme. Il Chievo ha qualità. L'allenatore lavora molto bene e io ho piena fiducia nei miei compagni».
L'ostacolo imminente, quello del match con la Fiorentina, è di grande importanza. «Vogliamo tutti tornare a vincere», ribadisce lui. «Nelle ultime due partite il Chievo non si è espresso male. Penso, però, che gli episodi chiave non ci abbiano aiutato a raccogliere punti. Dobbiamo passare avanti e dare continuità alle nostre prestazioni». A proposito del confronto con i viola riaffiorano anche i ricordi. Due su tutti: la prima vittoria in A al debutto al Franchi, e la salvezza conquistata a Firenze la scorsa stagione. «Belle cose», dice Luciano, «ma oggi conta soprattutto il presente. Sappiamo che sulla carta incontreremo un avversario che ci è superiore. Ma in campo la storia è diversa».
ATTENTI A QUEI DUE. Stefano Pioli ritrova dunque Luciano, ma aspetta anche Gelson Fernandes, il giocatore che in mezzo al campo ha preso il posto proprio del brasiliano: «Fernandes è un ottimo giocatore. Capita a tutti di trovare difficoltà iniziali, ma poi lui ha saputo imporsi alla distanza. Abbiamo bisogno di tutti. E io voglio essere in campo il giorno in cui torneremo a festeggiare la salvezza».