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    Chiesa non è mai partito così bene, la Juve se lo gode: aveva ragione Allegri?

    Chiesa non è mai partito così bene, la Juve se lo gode: aveva ragione Allegri?

    • Nicola Balice
    Quel gol, Federico Chiesa, lo voleva. Lo ha cercato, lo ha segnato contro l'Empoli. E pure i prossimi, li cercherà con forza, senza arrendersi alle prime difficoltà. Non tanto o non solo perché ha accettato la sfida di Max Allegri, quella di giocare punta centrale e quella di dover chiudere il campionato con almeno 14-16 gol all'attivo. Ma perché pure lui vive di gol, ha bisogno di esultare con continuità, di togliersi di dosso tutti gli spettri e le negatività accumulate nell'ultimo anno e mezzo: l'infortunio, i ritardi nel rientro, gli equivoci tattici, le difficoltà assortite sue e della Juve. Intanto si prepara a sfidare addirittura Cristiano Ronaldo per quel che riguarda una piccola statistica: sono quattro le trasferte consecutive in campionato che han visto Chiesa trovare il gol, l'ultimo a toccare quota cinque con la maglia della Juve indossava guarda caso la numero 7. Un dato, una curiosità, niente di più. E prima c'è ancora la sfida con la Lazio da preparare e vincere per la Juve, primo banco di prova vero della stagione, primo scontro diretto. E prima ancora ci sono gli impegni con la Nazionale: inizia l'era Luciano Spalletti, c'è pure Chiesa a candidarsi per un ruolo da protagonista in quello che dovrebbe essere un 4-3-3 a trazione anteriore. Dove potersi esprimere come meglio ritiene di poterlo fare, cioè da attaccante esterno. Anche se nella Juve gioca come spalla di Dusan Vlahovic, perché lì lo vede Allegri, che pure sta raccogliendo i primi dividendi della sua scelta.

    PARTENZA VERA – Due gol nelle prime tre giornate, Chiesa non li aveva mai segnati. Questo significa che così pronto al via forse non è mai stato. Ma anche che in questo ruolo da attaccante centrale puro, con licenza di svariare su tutto il fronte d'attacco a sentimento, comincia a sentirsi effettivamente a suo agio nonostante nell'effetto imbuto ci finisca ancora troppo facilmente: tante le volte in cui va a sbattere contro i centrali avversari, ma sono anche sempre di più le situazioni in cui riesce a scatenarsi attaccando la profondità. Con quella fame e quel furore agonistico che lo hanno reso speciale rispetto alla media. È un Chiesa nuovo che punta a tornare il Chiesa di prima. E forse, questa volta, ci sta davvero riuscendo.

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