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    Chiellini: 'Sono meno falloso, non ho bisogno di nemici. Scudetto? Sarà lotta con l'Inter. Higuain? Emotivo, soffre...'

    Chiellini: 'Sono meno falloso, non ho bisogno di nemici. Scudetto? Sarà lotta con l'Inter. Higuain? Emotivo, soffre...'

    Attraverso la pagine di Tuttosport il difensore e capitano della Juventus, Giorgio Chiellini, ha svelato alcune delle pagine del suo libro, "Io, Giorgio" in cui parla del suo presente e futuro in maglia bianconera svelando anche alcuni retroscena.

    CONTINUO – “Dopo l’infortunio non ho mai pensato di non tornare forte com’ero prima, ma soltanto che mi toccherà giocare un anno in più perché questo 2020 conta a metà. Arriverò fresco come una rosa al finale di stagione, e non spappolato come al solito da trenta o quaranta micidiali partite. Il dubbio su come proseguire o non proseguire la carriera me lo sono tolto all’istante: continuo, naturalmente, e continuo con la Juve, perché non si lasciano le cose a metà. Mi dovranno sopportare ancora. Poi, tra un paio d’anni dirò basta. Certo che ho sofferto, come tutti, ma è stato anche bello. Importante, lo è stato di sicuro. Mi hanno chiamato tutti, a cominciare dai compagni. Avrò letto centinaia di messaggi, alcuni li aspettavo, altri meno, altri ancora per niente”.
     
    L’INTER E ZANETTI – “Mi ha fatto molto piacere leggere quello di Javier Zanetti, non l’avevo mai sentito prima, non aveva neanche il mio numero: poteva accontentarsi di un telegramma o farmi chiamare da Oriali, che peraltro lo ha fatto. È stato davvero carino, Zanetti. E inaspettato. Con l’Inter ci siamo sempre scannati ed è normale che sia così, anche se in certi momenti le rivalità scompaiono mentre la stima resta. Avevo previsto che l’arrivo di Conte avrebbe trasformato i nerazzurri e non ho dubbi: sarà lotta tra noi e loro fino alla fine, lo scenario è di nuovo questo”.
     
    KOULIBALY – “Tornando a Koulibaly, ripenso al nostro abbraccio sul prato dell’Allianz Stadium dopo il suo autogol in Juve-Napoli del 31 agosto. Per come sono fatto, quel mio gesto mi è quasi dispiaciuto, forse sarebbe stato meglio abbracciarci nello spogliatoio e tenere questa cosa solo per noi. Ma è venuto spontaneo, ho cercato Kalidou andando verso di lui con le stampelle. La sera prima mi aveva scritto «In bocca al lupo»: con lui c’è sempre stato un magnifico rapporto. Un giocatore così forte, una persona così buona che al 92’ di una sfida chiave commette un errore del genere! Vederlo con quella faccia mi ha sciolto: ho sentito che dovevo dirgli due parole di conforto, niente di più. "Sei il più bravo, capita a tutti di sbagliare, continua a lavorare come sai e tutto passa.""
     
    BASTA NEMICI - Per anni, il mio modo di scaricare la tensione è stato la ricerca costante di un nemico, e se lo cerchi poi lo trovi, matematico. La cosa più difficile è la gestione delle emozioni. Mostravo sempre quell’atteggiamento guerresco, ma adesso non è più così. Sono molto meno falloso di un tempo, meno provocatore. Credo lo abbiano percepito anche i tifosi delle altre squadre. Essere il capitano della Juventus e della Nazionale mi ha dato come un senso di pace, un orgoglio che ha reso migliori me e la mia immagine, almeno spero.
     
    DE LIGT - "Non ho mai pensato: ho 35 anni, sarà dura. E neppure: sarà dura perché al mio posto gioca un ventenne. E poi io e De Ligt ci saremmo alternati comunque. Lui è fortissimo, intelligente. Se l’è dovuta sbrigare da solo. Ha dovuto giocare da stopper, come si diceva una volta, con Leo accanto che invece si è mosso da libero. Vicino a me, il ragazzo agisce sul proprio lato destro, sembrano dettagli ma fanno la differenza. La sua forza l’ho capita subito, sono bastati pochi allenamenti"

    RONALDO - "Con Ronaldo ho scherzato per tutto l’inverno: «Ho una media di un gol a partita, pure tu mi stai inseguendo!». Perché, in effetti, prima di rompermi il ginocchio ho giocato una sola gara, la prima di campionato a Parma, segnando… Gli è andata bene: in 38 partite avrei segnato 38 volte, battendo anche il record di Higuaín! Noi siamo così: giocherelloni. Gonzalo è un tipo tosto, un grande, ragazzo impegnativo ma grande: ha sempre bisogno di sentire attorno a sé tanta fiducia. Io lo adoro, mi piace la sua espansività latina. È un compagnone, ed è una persona sensibile: questo gli ha fatto «sentire» molto, forse troppo, alcune grandi partite".
     

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