Chi sarà il re del mercato? Il miglior dirigente è colui che vende De Ketelaere e Correa, non Tonali
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Il punto è che gli altri dirigenti, quellli che comprano, non sono esattamente degli sprovveduti. E quindi, ad ogni tornata di mercato, è sempre più difficile cedere. Ecco perché si ricorre spesso alla risoluzione del contratto. Una sorta di zona neutra: un po’ ci rimette il calciatore, un po’ la società, nessuno è troppo contento, ma almeno sono stati evitati guai peggiori.
Quest’anno vedremo a chi andrà la palma del miglior venditore, perché a comprare, sia detto senza offesa, sono bravi tutti. Soprattutto avendo in tasca i soldi degli altri. Poi, per carità, ci sono anche quelli che sbagliano a comprare (De Ketelaere, Origi, Arthur, Zakaria, McKennie, Correa solo per citare i casi più costosi e più clamorosi), di cui i tifosi quasi sempre si dimenticano. Invece sono proprio quelle le zavorre che penalizzano le casse delle società e finiscono per condizionarne i movimenti successivi.
In questi ultimi anni in generale e, in quest’ultimo nel particolare, chi non vende non compra e quindi siamo alla sussistenza pura e semplice. Ma un conto è vendere Tonali a 80 milioni, un altro è incassarne venticinque, giusto per non fare una minusvalenza, da De Ketelaere. Un calciatore impantanatosi a metà del guado. Non si sa cos’è e nessuno può dire cosa diventa.