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    Chi è Luca Nardi, il tifoso del Napoli che ha battuto Djokovic

    Chi è Luca Nardi, il tifoso del Napoli che ha battuto Djokovic

    • Francesco Guerrieri
    Luca Nardi che batte Djokovic è un po' come il Leicester che vince la Premier League. La sorpresa che non t'aspetti. L'impresa che rimane nella storia. Quel momento che sognavi da bambino e non ti scorderai mai. Un ventenne di Pesaro, figlio di un notaio e tifoso del Napoli, ha vinto contro il numero uno al mondo nel terzo turno di Indian Wells. Non ci credeva neanche lui, che dopo l'ultimo punto ha lasciato cadere la racchetta a terra rimanendo qualche secondo con le mani sul volto. E pensare che Nardi in quel torneo non ci doveva nemmeno essere: dopo aver perso il turno decisivo di qualificazione contro David Goffin era già proiettato alle sfide successive, il ritiro dell'argentino Etcheverry gli ha spalancato il tabellone principale entrando direttamente al secondo turno. E ora è il virtualmente il numero 95 al mondo.

    LUCA NARDI, CHE IMPRESA! BATTE DJOKOVIC A INDIAN WELLS

    I POSTER DI NOLE, L'AMICIZIA CON SINNER - Prima di superare Djokovic aveva fatto fuori Zhang (numero 50 al mondo), ma quando ha affrontato Nole il cuore batteva a mille. Luca è cresciuto con i suoi poster in camera, e ora non li vuole più toccare: "A questo punto non li toglierò più" ha detto scherzando dopo la vittoria. Lui come Musetti e Sinner, chi lo conosce bene racconta che il livello è quello: Nardi è solo un po' in ritardo a causa di qualche infortunio che gli ha frenato la crescita. Ma arriverà. Sta arrivando. Si allena spesso con Jannik, il filo conduttore che lo lega all'altro tennista italiano del momento è Simone Vagnozzi, coach di Sinner e marchigiano come Nardi. 

    LA FAMIGLIA DI NARDI - Tra i segreti di Luca c'è Giorgio Galimberti e la sua Academy, da quando si è affidato a loro ha inziato a scalare posizioni nelle classifiche. Merito anche del fratello più grande Niccolò, che ha sempre spinto per farlo diventare un tennista e non l'ha mai lasciato solo nei momenti di difficoltà. Il primo a intuire le sue qualità. E forse uno dei pochi a credere nell'impresa, con Luca che prima di affrontare Nole puntava a non perdere 6-1, 6-1. Gli bastava una sconfitta senza disfatta, ancora non sapeva che avrebbe scritto un pezzo di storia. A tavola l'unico piatto che batte il sushi è la pasta al forno di mamma Raffaella, lì sì che non c'è partita. Cresciuto col mito di Federer, ha un feeling particolare con le superficidi cemento e se non fosse diventato un tennista avrebbe fatto il fisioterapista.

    @francGuerrieri 

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