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Chi è Adam Wharton, il nuovo gioiello del Crystal Palace e del calcio inglese. E perché Southgate lo porta agli Europei
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SFIDA NELLA SFIDA - Si sono inseguiti, hanno battagliato, si sono rincorsi ma non c'è stata gara. Come per il Palace che ha rifilato un sonoro poker agli avversari, anche la prestazione di Wharton è stata, testa e spalle, superiore a quella del rivale. Un'ulteriore conferma che ci si trova davanti a un giocatore fatto e finito, nato pronto per la Premier League e per la convocazione da parte di Southgate. Un po' come fece Fabio Capello con un giovanissimo Theo Walcott per un'edizione dei Mondiali che ormai inizia ad essere datata. Il tran tran era partito lì: in tanti volevano Wharton in nazionale e sono stati accontentati. E c'era chi gliel'aveva chiesto ieri nelle interviste post match. 'Ovvio che mi piacerebbe, già solo essere citato per cose del genere fa piacere. Ma se succede, succede e sarebbe grandioso. Io però non voglio aspettarmi nulla, mi godo solo quello che sto facendo qui. Se sarà, sarà fantastico. Se invece resterò a casa, recupererò la fatica e ci riproverò più avanti', aveva detto il ventenne con fare da veterano. Alla fine, è successo. Ma chi è Adam Wharton?
IDENTIKIT - Centrocampista, mancino, nasce nel febbraio 2004. È un giocatore versatile, più un mediano che un box to box anche se, agli albori della sua carriera, giocava da 10 dietro a una punta. Sa cosa fare col pallone tra i piedi e come recuperarlo con pressing furioso quando ce l'hanno gli altri. Al Crystal Palace ci è arrivato da poco più di 3 mesi. Era l'ultimo giorno di mercato della sessione di gennaio quando il club londinese ha sborsato 18,5 milioni di sterline, più 3,5 di bonus per portarlo tra i grandi. Sverniciata la concorrenza di Liverpool, Everton e Newcastle, ha firmato un contratto fino al 2029. L'inizio coi rossoblù è stato così così. Si è fatto sfilare un pallone nella prima gara, persa col Brighton, che ha portato al gol del club di De Zerbi. Poi non ha sbagliato più e si è preso le chiavi della squadra che, con l'arrivo suo e di Glasner, ha cambiato marcia. Da lì 14 presenze, 2 assist e l'esplosione insieme al resto del team. Quando l'ha comprato, il presidente del Palace, Steve Parish, ha detto di lui: “Sono felice che Adam, un giocatore di cui abbiamo seguito da vicino il rapido sviluppo, abbia deciso di unirsi a noi al Crystal Palace. Le sue prestazioni impressionanti a una così giovane età hanno catturato l'attenzione di molti club, ma crediamo che il Palace sia - come spesso è successo negli ultimi anni - il posto perfetto per sfruttare il suo indubbio potenziale, e non vediamo l’ora di lavorare con lui negli anni a venire". Parole profetiche per uno dei giocatori che più sta elettrizzando il calcio inglese nelle ultime settimane.
ASCESA - La sua è una scalata rapida e senza ostacoli. Figlio di Blackburn, è in quel settore giovanile che è cresciuto dopo esserci arrivato quando di anni ne aveva solo sei. Spesso lo si vedeva tra i bambini che accompagnavano in campo gli eroi dell'epoca della prima squadra, da McCarthy a Santa Cruz. Col Blackburn ha firmato il primo contratto professionistico nel 2022. Sempre lì, il 10 agosto, ha debuttato in prima squadra nell'incontro di Coppa di Lega vinto 4-0 contro l'Hartlepool Utd. Il suo allenatore era John Dahl Tomasson. In questo 2023/24 ha messo un'altra marcia. Nella prima parte della stagione aveva raccolto 26 presenze in Championship, segnando 2 reti e servendo 3 assist. È arrivata poi prima la chiamata della nazionale U20, poi quella della Premier e infine quella di Southgate. Di lui, Glasner dice: “Crea tanto per noi, soprattutto con la sua abilità di passatore e quella di sapersi mettere bene col corpo prima che gli arrivi il pallone. Ci risolve tantissimi problemi e ci svolta quelle situazioni in cui siamo sotto pressione degli avversari. Si merita tutto quello che gli sta capitando ma può ancora migliorare fisicamente e nell'intensità". Gli piace farsi arrivare addosso il pressing degli avversari per poterne svicolare con tocchi e passaggi. Ha detto di considerare un 'fallimento' ogni passaggio fatto all'indietro. Si ispira a Sergio Busquets, il giocatore che ha idolatrato mentre cresceva, più di Messi, a Frenkie de Jong e Rodri. Gli ultimi due se li ritroverà contro ai prossimi Europei. Niente male per un ragazzotto del 2004 di Blackburn.