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Che fine ha fatto? Van der Meyde, 'il cecchino olandese': dal flop all'Inter alla lingerie
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GLI ESORDI CON IBRA E MIDO - Figlio di un uomo alcolizzato e giocatore incallito, Andy si separa presto dalle gioie dell'infanzia, tanto da chiedere di cambiare il proprio cognome in quello della madre, quando entra nelle giovanili più importanti d'Europa, quelle dell'Ajax. Ala destra con fantastiche capacità offensive, il ragazzo si dimostra subito forte, fortissimo, tanto da debuttare in prima squadra nel 1997, a soli 18 anni. Dopo un breve prestito al Twente, fa ritorno alla casa madre dove diventa titolare inamovibile della squadra che con Ronald Koeman vince campionato e coppa d'Olanda, nel 2001-2002. I compagni di allora? Non proprio ragazzi tranquilli: Zlatan Ibrahimovic e Mido, giusto per fare due nomi. Tanto estrosi e funambolici in campo, quanto audaci e sregolati fuori: famosa è la citazione delle folli corse notturne sull'anello dell'A10 attorno ad Amsterdam tra la Mercedes di Zlatan e la Ferrari di Mido. Van der Meyde all'epoca non pensa a certe cose: la carriera procede a gonfie vele, tanto da guadagnarsi l'esordio nella nazionale oranje. Ma il bello deve arrivare: lo vuole nientepopodimeno che l'Inter di Moratti.
THE DUTCH SNIPER E LO ZOO - Sembra l'inizio di una carriera fulgida, in realtà è solo l'inizio della fine: van der Meyde, prelevato dai nerazzurri per 8 milioni di euro, si sente solo, ha nostalgia di casa e inizia a bere. La moglie dell'epoca, Dyana, ha una smodata passione per gli animali, tanto da allestire uno zoo nella casa meneghina dell'olandese: cavalli, cani, zebre, tartarughe e persino un cammello. Insomma, l'atmosfera fuori dal campo non è delle più tranquille, e sul rettangolo verde tutto ciò si nota: Andy gioca poco, segna ancora meno, a parte una bellissima rete in Champions League, contro l'Arsenal nello storico Highbury. Il mondo viene a conoscenza della sua famosa esultanza da cecchino ("the dutch sniper"), ma sarà solo un fuoco di paglia: dopo due anni a Milano van der Meyde decide di andarsene, senza mai essersi abituato al calcio italiano.
DANNATA INGHILTERRA, TRA ALCOOL E COCA - Ma le cose sono destinate solamente a peggiorare: l'Everton lo compra, ma l'approdo a Liverpool è traumatico per l'olandese: 37mila sterline alla settimana, macchine, alcool droghe e strip club, oltre a tantissime donne. La moglie lo lascia, la nazionale diventa un miraggio e il campo è sempre l'ultimo dei pensieri, anche a causa di qualche infortunio di troppo. Moyes lo mette fuori squadra, van der Meyde risponde aumentando le dosi delle droghe e iniziando con i farmaci. L'amico Frank Rutten prova a dargli un'ultima chance al PSV, ma è tutto inutile: dopo un paio d'anni nei dilettanti del WKE van der Meyde appende le scarpette al chiodo, dopo aver sprecato la quasi totalità del suo talento.
VAN DER MEYDE OGGI - Oggi van der Meyde è un uomo diverso, cambiato, seppur provato fisicamente dagli stravizi di gioventù: padre di cinque figli, dopo essersi reso conto del suo stato depressivo si è curato ed è tornato ad Amsterdam, dove ha negoziato un contratto da tecnico delle giovanili con la sua prima squadra, l'Ajax. Questo gli ha permesso di rimettere in sesto la sua vita e di tornare a parlare con l'ex moglie e le figlie, oltre che di scrivere un'interessante autobiografia dal titolo "Nessuna Pietà", che di per sé rende l'idea. Inoltre conduce un programma su una televisione olandese, dal nome "In macchina con Andy", nel quale intervista i calciatori della Eredivisie di oggi mentre viaggia in auto. Tuttavia non è cambiato proprio del tutto: ha arbitrato la Coppa del Mondo di Lingerie, tenutasi proprio ad Amsterdam. Già, perché il lupo perde il pelo...
@AleDigio89